Arresti per mafia, figlia e genera di Mangano "raccolsero eredità criminale"
La Dda di Milano sostiene che figlia e genero abbiano continuato l'attività mafiosa di Vittorio Mangano dopo la sua morte nel 2000, mentre l'uomo era agli arresti domiciliari
Secondo le accuse, la figlia e il genero di Vittorio Mangano arrestati martedì mattina dalla squadra mobile di Milano avrebbero "raccolto la sua eredità criminale". Mangano era infatti considerato un esponente di Cosa Nostra e aveva lavorato nella villa di Arcore di Silvio Berlusconi (glielo aveva presentato Marcello Dell'Utri). Secondo la Digos di Milano (1984), Mangano restò ad Arcore due anni, durante i quali Silvio Berlusconi gli aveva sostanzialmente affidato la sicurezza della villa e dei suoi figli, che l'uomo accompagnava personalmente a scuola.
Lasciata Arcore sul finire degli anni '70, Mangano continuò a gravitare su Milano. Nel 1980 fu arrestato per traffico di droga per conto della mafia. Morì nel 2000 agli arresti domiciliari.
Nell'inchiesta spuntano anche i rapporti tra uno degli arrestati e un ex consulente per il ministero per l'attuazione del programma di governo, Gianni Lastella, nel 2011 candidato non eletto per il Pdl al consiglio comunale di Milano.