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Cronaca Carugate / Via Bertarini

Droga affare di famiglia: i fratelli (e il cugino) con la casa trasformata in raffineria per la coca

Sette persone in manette. A capo della banda due fratelli. A Carugate una casa trasformata in raffineria

Avevano pensato a tutto. Ai box per stoccare la droga, ai nascondigli in casa per i soldi - tanti -, alla raffineria artigianale per "cucinare" la coca, tantissima. Ognuno con i suoi compiti, ognuno con il suo ruolo: da chi era addetto a tenere i rapporti con i clienti, a chi era "impiegato" nella stessa raffineria passando per chi si occupava delle consegne, dentro e fuori la Lombardia. Sette uomini sono stati arrestati all'alba di giovedì con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti perché ritenuti parte di un gruppo specializzato nell'acquisto e nella vendita di cocaina, marijuana ed eroina. 

In manette sono finiti i due fratelli Gramoz Karina e Klaudian Karina - 48 anni il primo, 46 il secondo, entrambi albanesi, considerati i vertici della banda -, loro cugino Julian Sufali - 33enne, albanese anche lui -, il 36enne romeno Costantin Dorel Barbu - "destinato" ai trasporti fuori regione -, un 38enne albanese residente ad Asti, cliente del gruppo e a sua volta pusher, e due cittadini marocchini di 32 e 42 anni. 

Il lavoro degli investigatori della terza sezione del nucleo investigativo, guidati dal capitano Federico Arrigo, è iniziato a gennaio 2021, quando una donna era stata arrestata a Carugate dopo essere stata trovata in possesso di 4 chili di eroina e 2 di cocaina, che verosimilmente avrebbe dovuto consegnare ai suoi "superiori". Quel fermo era stata per i militari la conferma che nella cittadina del Milanese ci fossero dei fornitori di droga, evidentemente in possesso di elevati quantitativi di stupefacente. 

Con un lavoro tecnico e di osservazione, i carabinieri sono arrivati all'appartamento di via Bertarini che la "banda dei fratelli" aveva trasformato in una vera e propria raffineria, tra presse, frullatori e tutto il necessario per preparare le dosi. Dosi, non al dettaglio, che poi inondavano le piazze di spaccio di diverse città del nord Italia: da Asti - dove uno dei clienti, il 38enne arrestato, aveva acquistato 5 chili di cocaina - a Bergamo, passando per Monza, Cremona, Torino e Verona. A occuparsi del trasporto - a bordo di una Golf con un imbosco nei sedili anteriori - erano Sufali per le consegne in zona e Barbu, ribattezzato il "romeno", per quelle fuori regione. 

Durante l'indagine, i militari sono riusciti a sequestrare - e togliere dal mercato - 40 chili di droga tra hashish, marijuana, cocaina e sostanza da taglio, oltre che 77mila euro in contanti, segno che il gruppo - che acquistava la "coca" a circa 28mila euro al chilo - avesse un giro d'affari importante. Giovedì mattina, quando sono scattati gli arresti in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip di Monza Silvia Pansini, gli investigatori hanno trovato altri 166mila euro. Uno degli arrestati, il 32enne marocchino, che abita a Rozzano, ha finto di non essere in casa per non aprire ai carabinieri. Quando però i vigili del fuoco hanno forzato una porta finestra e hanno aperto la strada ai militari, anche lui si è arreso. 
 

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