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Cronaca

Sbarca a Milano la “cocaina nera” dei narcos

La guardia di finanza ne ha sequestrato un chilo a Malpensa. Bloccati altri 205 chili di droga

Con l’aiuto di un cane hanno scoperto che in quel pacco appena sbarcato in Italia c’era qualcosa che non andava. Così, lo hanno prelevato e sono andati personalmente a consegnarlo al destinatario, poi finito in manette. 

I finanzieri in servizio all’aeroporto di Malpensa hanno fermato un carico di “cocina nera” proveniente dalla Bolivia e diretto in Lombardia, riuscendo ad arrestare anche l’uomo che avrebbe dovuto ricevere la sostanza stupefacente. 

Cocaina nera a Malpensa: il trucco dei narcos colombiani

La cocaina, spiega la guardia di finanza in una nota, era stata mescolata a particelle magnetiche nere di ferro e di potassio tiocianato, che ne cambiano il colore e soprattutto l’odore, in modo tale che la droga possa sfuggire all’olfatto dei cani. 

Il “plico” - dal peso totale di un chilo - era poi stato messo in una vecchia radio, ma il trucco non è servito per trarre in inganno il cane della finanza. A quel punto, le fiamme gialle hanno consegnato la merce all’acquirente - un dominicano residente nel Lecchese - e lo hanno arrestato. 

Il primo sequestro di “cocaina nera” - una pratica ancora abbastanza sconosciuta in Italia - era avvenuto a settembre del 2015 tra la Colombia e il Messico. In quel caso - ed era la prima volta che ne sentiva parlare - la polizia era riuscita a mettere le mani su due tonnellate di “coca negra”, che immessa sul mercato avrebbe fruttato ai narcos montagne di soldi. 

Malpensa il bivio di chili di droga

Il sequestro della “cocaina nera” nell’aeroporto di Malpensa rientra in una operazione più vasta, denominata Perseo, nata proprio per contrastare il traffico internazionale di droga attraverso - spiega la Gdf - “una capillare attività di monitoraggio del flusso postale presso l’area cargo”. 

I controlli hanno permesso alle fiamme gialle di sequestrare oltre duecentocinquanta chili di sostanze stupefacenti: diciotto chili di cocaina, tre di eroina, quaranta di marijuana, cinquanta di hashish, oltre cento chili di khat - la “droga dei poveri” che si mastica - e trenta chili di altre droga. 

I finanzieri, una volta messe le mani sui pacchi, hanno effettuato delle “consegne controllate” riuscendo a scoprire l’identità dei destinatari. Così, undici persone sono state arrestate e altre ventuno sono state denunciate a piede libero.

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