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Cronaca Abbiategrasso / Via Luigi Einaudi

Tre colpi alla testa, due al braccio: come sta la prof aggredita da uno studente col coltello del padre

La 51enne è stata operata a lungo lunedì pomeriggio. Anche lo studente è ancora in ospedale

Tre ferite penetranti alla testa, una più superficiale alla scapola del braccio destro e una profondissima all'avambraccio, che le ha causato lesioni all'arteria, al nervo, ai tendini e al muscolo. Sono ancora gravi le condizioni di Elisabetta Condò, la professoressa di italiano e storia, 51 anni, che lunedì mattina è stata accoltellata da un suo alunno 16enne nella classe 2 AL dell'istituto Alessandrini di Abbiategrasso. 

La docente, che soltanto per caso è riuscita a sfuggire alla furia dell'alunno, è entrata al pronto soccorso dell'ospedale di Legnano alle 9.58 ed è subito stata portata in sala operatoria, dove è stata sottoposta a un lungo intervento chirurgico, finito nel pomeriggio. 

Il racconto del terrore tra i banchi di scuola

I medici hanno dovuto lavorare a lungo per ridurre la serie di ferite inferte dal 16enne con un pugnale. La 51enne ha infatti riportato tre tagli di 20 centimetri al capo con frattura dell'osso parietale destro, un'ulteriore ferita di punto, da 10 centimetri, all'altezza della clavicola e una, da 15 centimetri, all'avambraccio con "incisione dell'arteria ulnare, del nervo ulnare, dei tendini e dei muscoli". La prognosi è superiore al mese - 35 giorni almeno -, ma non è escluso che nei prossimi giorni i dottori possano aggravarla. 

I disturbi paranoidi e il coltello del papà

Lo studente autore dell'aggressione, L.O., italiano, figlio di una famiglia residente a Boffalora, si trova anche lui ancora in ospedale, nel reparto di neuropsichiatria del San Paolo. Sembra, stando alle informazioni apprese, che i sanitari abbiano diagnosticato in prima analisi alcuni disturbi paranoidi, che potrebbero aver spinto il giovane a credere che la professoressa di italiano ce l'avesse con lui. 

Nel frattempo, durante la giornata di martedì 30 maggio, la procura presso il tribunale per i minorenni ha deciso di arrestare lo studente - che si è anche procurato da solo delle ferite al capo - per tentato omicidio aggravato. Pochi i dubbi sul suo folle raid, ricostruito nei minimi dettagli dai carabinieri e dai testimoni. 

La violenza esplode alle 8.25 in punto. "Sembrava come nei film americani", dirà fuori dalla scuola uno dei compagni di classe dell'aggressore. Le lezioni sono cominciate da 25 minuti, gli alunni sono divisi in gruppi. In classe c'è la docente di italiano e storia: passa fra i banchi, dispensa consigli, poi dice al 16enne che poco dopo sarà interrogato per recuperare un'insufficienza. Lui farfuglia qualcosa, non si capisce cosa. Poi infila le mani nello zaino e parte il raid. 

Il ragazzo estrae un pugnale con una lama di almeno 20 centimetri e si avventa contro la prof, che in quel momento è piegata su un banco vicino all'uscita. Prima di "partire" dice "mi dispiace" agli altri, poi la colpisce. Lei riesce a scappare, si rifugia in bagno, dove viene soccorsa dal vicepreside e da alcuni colleghi. Gli studenti più fortunati, quelli a due passi dalla porta, fuggono. Lo stesso fanno i ragazzi della classe di fronte. Chi è in fondo all'aula vede l'inferno materializzarsi davanti ai propri occhi perché il 16enne impugna una pistola. "Io e altri siamo rimasti bloccati in classe", il ricordo di una compagna. "Ci siamo nascosti dietro i banchi perché non sapevamo se l'arma fosse vera, avevamo paura", sono i frame che riaffiorano nella sua testa. "Avevamo paura di eventuali colpi di pistola da parte sua. C'è chi ha rovesciato il banco avanti a noi per proteggerci", riavvolge ancora il nastro. "Lui poi ci ha detto di uscire dall'aula e siamo scappati da scuola". Mentre lui verrà fermato dai carabinieri dopo aver posato pistola - in realtà da softair - e coltello su un banco e aver messo le mani sulla testa. 

Stando a quanto verificato dai militari, che continuano a piantonarlo in ospedale, la pistola l'ha acquistata lui mentre il coltello sarebbe di proprietà del papà, che risulta titolare di un porto d'armi perché cacciatore. Lui e la moglie - due persone "normalissime", senza alcun precedente - gestiscono un'attività commerciale proprio ad Abbiategrasso. Al momento neanche loro riescono a spiegarsi cosa sia successo al giovane, che non ha precedenti e mai ha avuto problemi con la giustizia nel passato. Stando a quanto raccontato dal preside della scuola, però, il giorno dopo l'aggressione avrebbero dovuto incontrare i docenti per alcuni comportamenti un po' "eccessivi" del figlio. 

Quest'anno, infatti, il 16enne ha già preso sei note, un po' per motivi didattici, un po' per motivi di condotta per alcuni gesti come spegnere la lavagna elettronica durante le lezioni o - l'ultima - per aver lanciato delle fialette maleodoranti in aula. Quattro di quei sei richiami li aveva firmati proprio la prof accoltellata. 
 

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