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Venerdì, 19 Aprile 2024
Corruzione in Europa

Arrestata la commercialista di Panzeri

La donna è stata fermata dalla guardia di finanza nell'ambito dell'inchiesta ribattezzata Qatargate

La commercialista della famiglia Panzeri, Monica Rossana Bellini, è stata arrestata dal Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di  finanza di Milano su mandato di arresto europeo emesso dai magistrati di Bruxelles nell'inchiesta ribattezzata Qatargate. Bellini è accusata di associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio, ed era già stata perquisita lo scorso dicembre dalle fiamme gialle sempre su richiesta della magistratura di Bruxelles. Il provvedimento è stato eseguito nella giornata di martedì.

Martedì era emersa la notizia che l'ex deputato europeo ed ex presidente della Camera del Lavoro di Milano, Antonio Panzeri, avesse patteggiato un anno di reclusione con la procura federale belga, o meglio una condanna a cinque anni con sospensione condizionale della pena dopo un anno. Secondo la stampa belga, l'ex politico lombardo avrebbe ammesso gli addebiti collaborando con la giustizia nell'ambito dell'inchiesta per sospetta frode.

Nell'accordo con la procura ci sarebbe anche una multa da 80mila euro e la confisca dei vantaggi patrimoniali calcolati, al momento, in un milione di euro. All'interno delle ammissioni di Panzeri ci sarebbe anche quella di avere versato una cifra non precisamente specificata, ma tra 120mila e 140mila euro, all'eurodeputato dei Socialisti e Democratici Marc Tarabella, belga, ma iscritto dal 2021 ad Articolo 1, lo stesso partito (italiano) di Panzeri.

Il Qatargate

L'inchiesta riguarda una attività di lobbying per indurre il Parlamento europeo ad adottare decisioni favorevoli al Qatar. Insieme a Panzeri (e alla moglie e alla figlia, quest'ultima avvocatessa con studio nella Città metropolitana di Milano), sono coinvolti l'ex vice presidente del Parlamento europeo Eva Kaili e il compagno di lei, Francesco Giorgi, che aveva lavorato per Panzeri quand'era eurodeputato.

Il Qatargate è, al momento, il più grande scandalo che abbia investito finora il Parlamento europeo. Si tratta di mazzette. Da diversi mesi - ha fatto sapere la Procura di Bruxelles - gli investigatori della polizia giudiziaria sospettano che lo Stato del Golfo abbia cercato di influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo. La corruzione sarebbe avvenuta "versando ingenti somme di denaro e offrendo regali importanti a terzi con una posizione politica o strategica importante all'interno del Parlamento europeo".

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