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Cronaca

Coppia dell’acido, l’iPhone di Alexander è bloccato: “Apple non ci consente di aprirlo”

L'ammissione del tecnico nominato dal tribunale come perito per l'analisi del cellulare di Alexander: "Apple non ci consente di aprire tutto". Il telefono è stato "hackerato"

Proprio da quel piccolo schermo era arrivata quella che per l’accusa è una sorta di confessione. Eppure, oltre un certo limite sembra non si possa andare. Almeno, non senza rischi. 

Si sta scontrando contro un muro di difficoltà e silenzi, Mattia Epifani, il perito incaricato dal tribunale di Milano di analizzare l’iPhone di Alexander Boettcher, il broker sotto processo per lesioni gravissime per due aggressioni con l’acido compiute insieme alla compagna e amante Martina Levato

“Apple non ci consente di essere completamente padroni del nostro telefono - ha raccontato Epifani in aula durante un’udienza del processo -. A un certo punto dell'analisi, ci siamo fermati. La mail, ad esempio, è una delle cose che Apple non consente di aprire e per questo non l'abbiamo aperta". 

Nel telefono di Boettcher sono state cercate foto, filmati e conversazioni in chat - una delle quali confermerebbe le aggressioni - relativi al periodo della follia. 

Per quella follia la Levato e Boettcher sono già stati condannati a quattordici anni in primo grado per aver sfregiato Pietro Barbini. La Levato, che con il broker ha anche avuto un bimbo, è stata anche condannata a sedici anni di reclusione per gli agguati a Stefano Savi e Giuliano Carparelli, gli stessi per cui ora Boettcher è a giudizio. 

Non tutto, però, è perduto. Infatti, pur senza il codice pin, che Boettcher non ha mai voluto comunicare, il tribunale è riuscito ad accedere ad alcuni dati del telefono - tra cui appunto la presunta auto confessione - grazie a un software sviluppato da una società israeliana. 

“Per quello specifico modello di telefono e quella specifica versione del sistema operativo - ha spiegato Epifani - esistono software che permettono di bypassare questa protezione e quindi estrarre tutto il contenuto, ivi comprese le mail. Su Ios 8 le tecniche di analisi forense hanno già trovato un modo per bypassare il sistema di protezione Apple, su Ios 9 no. Non so dire se domani qualcuno ci riuscirà senza bisogno del supporto di Apple".

Le procedure della società israeliana, comunque, non sono esenti da rischi sull'integrità del telefono analizzato. "L'estrazione delle mail - ha chiarito Epifani - è possibile, richiede un'operazione invasiva sul dispositivo, che rischia di compromettere l'integrità del telefono e dei dati in esso contenuti. Poiché si tratta di un reperto posto sotto sequestro, seppur fossimo in contraddittorio, quindi con la presenza di tutte le parti, in questa prima fase abbiamo preferito non farlo. Se riterranno di volerlo fare proveremo a farlo".

E se non dovessero riuscirci, poi servirà l’aiuto di Apple. Che ha già mostrato, almeno in America, di non essere troppo d’accordo con le “violazioni” dei propri telefoni. 

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