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Cronaca

Caso di Coronavirus, l'allarme del virologo: "Chi torna dalla Cina deve stare in quarantena"

Burioni avvisa: "Chi torna dalla Cina stia in quarantena. Sarebbe errore irreparabile"

"Le ultime notizie mi portano a ripetere per l’ennesima volta l’unica cosa importante. Chi torna dalla Cina deve stare in quarantena". A lanciare l'allarme è Roberto Burioni, il noto medico del San Raffaele di Milano, tra i virologi più esperti d'Italia. 

Le sue parole sono arrivate in un post Facebook poco dopo la conferma del primo contagio in Lombardia da Coronavirus.  Il paziente è un 38enne italiano risultato positivo al test. L'uomo attualmente è ricoverato in terapia intensiva all'ospedale di Codogno con una grave insufficienza respiratoria.

A confermare la notizia è stato nella notte tra giovedì e venerdì l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, che ha anche aggiunto che "sono in corso le controanalisi a cura dell'Istituto Superiore di Sanità". Sembra che il 38enne abbia incontrato nei giorni scorsi alcuni amici di ritorno dalla Cina. 

L'intervista esclusiva al presunto "paziente zero"

"Chi torna dalla Cina deve stare in quarantena - ha sottolineato Burioni -. Senza eccezioni. Spero che i politici lo capiscano perché le conseguenze di un errore sarebbero irreparabili", un po' sulla scia di quanto deciso dal Pirellone, che ha consigliato agli studenti di ritorno dalla Cina una sorta di "auto isolamento volontario".

I primi casi di coronavirus in Lombardia

Il primo provvedimento preso dalle autorità ha riguardato la chiusura degli accessi al Pronto Soccorso dell'ospedale di Codogno, così come l'interruzione delle attività programmate, a livello cautelativo.

Anche le persone che sono state a contatto con il paziente sono in fase di individuazione e saranno sottoposte a controlli specifici e alle misure necessarie. Pare che il 38enne sia arrivato al nosocomio giovedì 20, manifestava una grave insufficienza respiratoria. E i test successivi hanno confermato i sospetti degli specialisti.

In Lombardia erano già stati analizzati un centinaio di casi, tutti poi risultati negativi.

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