È morto Corrado Alunni
Dalle Brigate rosse al tentativo di evasione con Vallanzasca, passando per la dissociazione dalla lotta armata: chi era Corrado Alunni, morto a 74 anni
Ha attraversato almeno due decenni della storia di Milano. Una storia tormentata, fatta di attentati, di terrorismo, di lotta armata, di intrecci - "assurdi" - con il boss dei boss meneghini dell'epoca, quel bel René con cui cercò di fuggire da San Vittore, e poi alla fine di pentimento. Una storia finita venerdì per Corrado Alunni, l'ex brigatista rosso morto oggi a 74 anni in provincia di Varese, dove viveva da anni.
Originario di Roma, era arrivato a Milano 20enne, nel 1967, iniziando a lavorare come operaio alla Sit-Siemens. Lì l'incontro con Mario Moretti, Paola Besuschio e Giorgio Semeria, futuri esponenti delle Brigate Rosse e, nel 1974, la decisione di licenziarsi ed entrare in clandestinità. All'epoca, da almeno un paio di anni, aveva già iniziato la sua attività di reclutatore di nuovi militanti per le Brigate rosse per conto di Renato Curcio. Nel 1976 la nascita delle Rosso brigate comuniste e l'anno dopo la creazione delle formazioni comuniste combattenti. Nel 1978 i primi guai con la giustizia, con il blitz della polizia nello storico covo di via Negroli - pieno di armi e documenti riservati sulle attività dei terroristi rossi - e l'arresto.
Fine della storia? Assolutamente no. Perché il 28 aprile 1980 Alunni scrive un'altra pagina della storia criminale di Milano. Lui, Renato Vallanzasca - il boss della Comasina - e altri detenuti cercano una evasione da film dal carcere di San Vittore. Con delle armi che avevano introdotto nel penitenziario nei giorni prima, i fuggitivi prendono in ostaggio un agente, fanno fuoco contro altri due e scappano. In strada, inseguiti dalle forze dell'ordine, scatenano una sparatoria durante la quale proprio Alunni e il bel Renè - poi arrestati - vengono feriti.
Con oltre 50 anni di condanna accumulati, nel 1987 arriva il dissociamento, che due anni dopo - anche grazie alla buona condotta - gli vale la semilibertà. Nel 1997, assieme ad altri 62 ex terroristi delle Brigate rosse, di Prima Linea e di altri gruppi armati, ha firmato la "Storia infinita", il documento in cui si chiedeva di mettere fine agli anni di Piombo.
"Vorrei che non lo si ricordasse solo per aver aderito alle Br - le parole di Davide Steccanella, avvocato e profondo conoscitore degli anni di piombo -. Era un operaio e come molti altri della sua generazione fece quella scelta che pagò con anni di carcere. Era una persona generosa e moralmente retta".