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Cronaca Forlanini / Via Corelli

"Al Cpr di Milano un ragazzo si è cucito le labbra col filo di ferro per protesta"

La denuncia di 'Mai più Lager - No ai Cpr"

Un uomo si è cucito le labbra con del fil di ferro in segno di protesta. A denunciare l'episodio, avvenuto nella serata di mercoledì 2 novembre al Cpr di via Corelli, è la rete Mai più lager - No ai Cpr. 

Il giovane - come spiegato da due attiviste del movimento - ha circa 30 anni, viene dalla Tunisia e in Italia ha moglie regolare e un figlio. Nonostante voglia fare domanda di asilo, si trova detenuto al Cpr, dove insieme a un altro gruppo di persone da qualche giorno sta facendo uno sciopero della fame.

Le condizioni dei detenuti

"Al momento nel Cpr di via Corelli ci sono 72 persone - riferisce l'attivista -. Tutti vengono lasciati in uno stato di totale abbandono, perché anche solo comunicare con un operatore è complicato, visto che il poco personale presente (ci sono solo 3 operatori per ogni 100 persone) deve lavare i panni, portare in infermeria chi ne ha bisogno e distribuire i pasti".

I detenuti non riescono nemmeno a sapere quando è prevista la loro udienza e ad essere critica è anche la situazione sanitaria. "Ci sono diversi tossicodipendenti - continua Ilaria, nome di fantasia dell'attivista di Mai più lager -. Fino a qualche giorno fa, al Cpr era presente anche un malato oncologico, che siamo riusciti a far liberare grazie all'intervento del garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale".

Come già denunciato in passato, al Cpr di via Corelli non sono infrequenti i tentativi di suicidio e gli atti di autolesionismo. E a mancare è anche l'assistenza medica specialistica. "C'è una persona - precisa Ilaria - che da ieri non riesce a muoversi perché molto probabilmente ha una gamba rotta e ancora non è stata portata in ospedale. Tra i detenuti, poi, c'è anche un uomo con gravissimi problemi psichiatrici, dal quale gli avvocati non riescono nemmeno a farsi nominare, perché lui rifiuta di parlare con chiunque e sbatte ogni oggetto per terra. Anche questa persona viene lasciata senza la necessaria assistenza psichiatrica".

Nessuna associazione, né tanto meno la stampa, ha possibilità di accedere al Cpr di via Corelli, dove lo scorso settembre un poliziotto è morto suicida e dove le proteste non si contano. A giugno l'ex senatore Gregorio De Falco (Centro Democratico) era entrato nel centro per un'ispezione e aveva poi denunciato in un dossier "condizioni inumane", chiedendo la chiusura di questi luoghi, dove le persone vengono detenute senza aver commesso alcun reato.

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