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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

La chiesa sulle cremazioni: "No a ceneri disperse o conservate nelle case"

Nel 2016 a Milano il 75% dei funerali si è concluso con la cremazione dei defunti

Legalmente le ceneri di un defunto possono essere conservate dove si vuole, o anche disperse. Occorrono le necessarie autorizzazioni, com'è logico, ma è una cosa che si può fare. La chiesa cattolica, tuttavia, ha una linea meno permissiva (fino al 1963 vietava la pratica ai credenti) e, di fronte al boom di cremazioni che ormai, nel 2016, ha riguardato il 75,2% dei funerali, la diocesi meneghina ha deciso di definire regole per i fedeli, in modo che non sorgano dubbi.

In realtà il documento è rivolto ai decani, ovvero i parroci responsabili dei decanati in cui è suddivisa la diocesi, e non parla solo di cremazione e ceneri ma fornisce raccomandazioni (e "paletti") sulla celebrazione delle esequie in generale, comprendendo diverse casistiche che emergono con la trasformazione nel mondo contemporaneo. La pratica della cremazione è, come si comprende, la più "rivoluzionaria", dati i numeri e dato il fatto che la chiesa è sempre stata molto cauta su questo.

Nel documento la diocesi chiarisce che le ceneri dei defunti, come statuisce la Congregazione per la Dottrina della Fede, «vadano «deposte nella tomba e non vengano conservate nell’abitazione domestica, disperse o convertite in oggetti». Si legge infatti nel documento "Ad resurgendum cum Christo", del 2016, citato ora dalla diocesi: «La conservazione delle ceneri nell’abitazione domestica non è consentita, salvo in caso di circostanze gravi ed eccezionali, dipendenti da condizioni culturali di carattere locale e solo con il permesso dell’Ordinario diocesano, in accordo con la Conferenza Episcopale o il Sinodo dei Vescovi delle Chiese Orientali».

La dispersione delle ceneri, in particolare, secondo la chiesa «incide negativamente sulla memoria cristiana dei defunti (mancanza di un luogo della preghiera accessibile ai familiari e a tutta la comunità cristiana) e sull’annuncio della speranza cristiana (rischio di una visione di tipo panteista, naturalista o nichilista)».

 

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