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Cronaca

La Croce Rossa: "Basta poco per salvare i bambini"

Ogni anno muoiono 50 bambini in Italia per soffocamento: in molti casi anche perché chi prova a salvarli lo fa con tecniche sbagliate. Il 28 maggio un maxi corso insegna a prevenire queste situazioni

Cinquanta bambini ogni anno muoiono a causa del soffocamento da corpo estraneo. Si tratta del 27% delle morti accidentali. Decessi drammatici, che sarebbe possibile in massima parte evitare senza bisogno di essere medici o infermieri.

Ma purtroppo chi si trova a dover assistere immediatamente questi bimbi (genitori, maestra d'asilo, nonni, istruttori sportivi, ...) non conosce le semplici manovre da attuare per salvarli. Anzi, spesso cerca di mettere in atto tecniche come il dito nella gola o prendere il bimbo per i piedi, che sono assolutamente sbagliate, e possono accelerare anche la morte.

La Croce Rossa da qualche anno si è presa a cuore il problema, a partire dall'incontro con il dott. Marco Squicciarini, che è il referente internazionale della Cri su questo tema. La Cri organizza corsi per genitori e per insegnanti, ma intende cercare di istituzionalizzarli: ad esempio vorrebbe che tutte le maestre d'asilo conoscessero le manovre di desoffocamento, così come tutti gli istruttori e tutti i genitori che hanno frequentato un corso pre-parto.

Intanto la Cri prepara un "grande evento": sabato 28 maggio, al PalaIper di Monza, accanto allo stadio Brianteo, terrà un corso a 6mila partecipanti.

C'è ancora posto per iscriversi, basta mandare consultare il sito www.chisalvaunbambino.it. Durante l'evento, che è sostenuto anche da Trenta Ore per la Vita, ci sarà anche una lezione del pediatra romano Jacopo Pagani sul "sonno sicuro", cioè sui modi di prevenire la cosiddetta "morte in culla".

TEMPISTICHE RISTRETTE - La necessità di arrivare ad avere una fascia di popolazione (e soprattutto tra chi ha a che fare coi bambini) in grado di padroneggiare queste tecniche è data dal fatto che chiamare il 118 può non essere sufficiente. Il tempo medio d'intervento di un'ambulanza in codice d'urgenza in una città come Monza è, infatti, di circa 8 minuti: esattamente il tempo limite oltre il quale il bimbo soffocato va in morte cerebrale.

CORSI ISTITUZIONALI - La Cri milanese intanto vuole proporre ai nuovi consigli di zona di organizzare corsi di questo genere. Ma non solo: contatterà anche le grandi imprese del circondario, soprattutto quelle che hanno già un nido interno, per sensibilizzarle. La gran parte dei costi è coperta attualmente da Capgemini, società di consulenza aziendale che ha voluto aiutare la Cri in questa iniziativa. Alle istituzioni e alle aziende occorrerebbe soltanto coprire le spese di spostamento dei volontari (attualmente 150 in Lombardia) che tengono i corsi.

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