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Cronaca

Daccò in carcere? "E' un affare da Corte dei diritti dell'uomo"

L'avvocato di Pierangelo Daccò cita "la Corte dei diritti dell'uomo" per la carcerazione del suo assistito, condannato per il crac San Raffaele

La carcerazione di Pierangelo Daccò, il faccendiere condannato a 10 anni per il crac del San Raffaele e arrestato anche nell'inchiesta del caso Maugeri, è "diventata un caso di interesse per la Corte dei diritti dell'uomo".

Lo afferma il legale di Daccò, l'avvocato Gian Piero Biancolella, che ha consegnato un comunicato ai cronisti presenti al settimo piano del tribunale di Milano, dove l'uomo d'affari viene interrogato nell'ambito di un inchiesta per riciclaggio della magistratura svizzera.

Nella nota l'avvocato Biancolella spiega che "il tribunale del riesame ha ancora una volta rigettato la richiesta di scarcerazione o di attenuazione della misura cautelare", disposta per il caso San Raffaele.

Daccò deve dunque restare in carcere dopo la condanna per il crac del gruppo ospedaliero mentre per l'inchiesta sul caso Maugeri, nella quale è indagato anche Roberto Formigoni, sono scaduti i termini di custodia cautelare.

"Pierangelo Daccò - spiega il legale nel comunicato - è stato condotto in questo tribunale con gli 'schiavettoni' ai polsi". Lui, si legge ancora nel comunicato, "é oggi l'unico detenuto" per i fatti del San Raffaele. Secondo Biancolella "la custodia cautelare non deve costituire espiazione anticipata della pena". Il legale chiarisce che ha "voluto esprimere ad alta voce queste considerazioni da cittadino, prima ancora che da difensore di Daccò".

Per l'avvocato, quella che sta subendo Daccò, finito in carcere nel novembre 2011, è "una custodia cautelare di durata quanto meno statisticamente inusitata". Secondo il legale, inoltre, Daccò viene accusato di una distrazione di circa 5 milioni di euro, nell'ambito di una bancarotta miliardaria che molto probabilmente fonda le proprie origini in una gestione ritenuta censurabile che risale agli inizi degli anni '80, quando Dacco' non aveva alcun rapporto con il San Raffaele".

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