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Cronaca

Omicidio a Cesano: fermati la figlia e il genero della donna

I due avrebbero ucciso la donna, Anna Concetta De Santis, per questioni legate al gioco d'azzardo

"È una storia tristissima, una storia di soldi e pochezza morale". Sono le prime parole del pm Alberto Nobili durante la conferenza stampa organizzata al comando provinciale dei carabinieri di Milano per il fermo dei presunti assassini di Anna Concetta Immacolata De Santis, la pensionata di 77 anni originaria di Brindisi ma residente a Milano, il cui cadavere era stato trovato l'11 dicembre scorso davanti a un cantiere edile a Cesano Boscone (Milano).

Ad ammazzarla sarebbero stati sua figlia Daniela Angela Albano (che ha confessato), di 39 anni, e il suo convivente Gianni D'Agostino, di 44, entrambi disperati per il recente licenziamento (lui è stato per 14 anni magazziniere in un autogrill) e spinti dalla voglia di impossessarsi dei soldi della pensionata per soddisfare il desiderio di gioco alle slot machine. "L'uomo ha già confessato - ha spiegato Nobili - la Albano, invece, non è stata ancora sentita ma ci sono intercettazioni ed elementi molto pesanti".

A incastrarli, infatti, sarebbero state proprio alcune frasi riferite al trasporto del cadavere. "Il movente dell'omicidio è l'avidità - ha continuato il pm - e lascia sgomenti il pensiero di una tale violenza per cifre assolutamente misere". Si tratterebbe di poche migliaia di euro, oltre ad alcuni gioielli custoditi nella cassaforte dalla donna e rubati dalla coppia tra settembre e novembre.

"Dalle nostre indagini - spiegano i carabinieri del nucleo investigativo - siamo riusciti a risalire ai compro oro a cui hanno venduto i preziosi, che gli hanno fruttato circa 5.500 euro. Se poi la vittima nascondesse un tesoretto o un'eredità favolosa, questo non siamo stati ancora in grado di scoprirlo. Ma è molto improbabile. L'unica proprietà che aveva è una casa a Termoli". Pochi soldi, dunque, ma comunque sufficienti per spingere Albano e D'Agostino ad architettare l'omicidio della donna che li aveva accolti in casa assieme ai loro bambini di 1 e 3 anni.

"Non si è trattato di un raptus - ha precisato Nobili - ma di un piano premeditato, ben studiato nei dettagli. Secondo la nostra ricostruzione, il 5 dicembre i due hanno atteso che la vittima tornasse dalla sala bingo che era solita frequentare, hanno pranzato con lei, l'hanno soffocata in casa utilizzando dei guanti in modo da non lasciare impronte, l'hanno infilata in un sacco (che pare sia rimasto per qualche minuto sul balcone al riparo dalla vista dei bambini, ndr) e infine l'hanno trasportata in auto davanti al cantiere di Cesano, precisamente tra via Kolbe e via Trento".

La stessa auto che proprio la De Santis aveva accettato di acquistare per i due in cambio del versamento mensile di 400 euro per pagare il finanziamento. Una volta abbandonato il corpo - ritrovato all'alba da un operaio - i presunti colpevoli hanno avvertito la famiglia della scomparsa dell'anziana e il giorno dopo hanno presentato regolare denuncia ai carabinieri. In questa occasione sarebbe avvenuto il primo depistaggio. In sede di denuncia, infatti, la 39enne avrebbe rivelato ai militari che prima della sparizione la madre era apparsa molto contrariata dopo una discussione avuta con un altro figlio, il quale le avrebbe chiesto 30 euro.

"Non c'è stato solo questo tentativo di confondere le acque - hanno raccontato gli investigatori - I due hanno abbandonato il cellulare della vittima davanti a un supermercato sperando che qualcuno lo raccogliesse e restasse invischiato nella vicenda così da distogliere l'attenzione su di loro. Invece hanno avuto la 'sfortuna' di imbattersi in un albanese onesto che ha subito restituito il telefono e messo in moto le indagini". Quando alle 14.30 di giovedì i carabinieri hanno suonato alla loro porta, non hanno reagito. "Nonostante tutte le precauzioni prese per non essere scoperti - ha concluso Nobili - alla fine immaginavano che sarebbero stati arrestati".

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