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Cronaca

Notte di violenza a Milano, in città arriverà il daspo urbano

Palazzo Marino promette il regolamento, necessario per applicare gli allontanamenti temporanei da determinate zone della città

Dopo la "terribile" nottata degli agguati a scopo di rapina che hanno lasciato sul campo un morto e tre feriti, nonché - nelle stesse ore ma separatamente - un morto in via Padova dopo una lite, il comitato per l'ordine e la sicurezza presieduto dal prefetto Luciana Lamorgese ha annunciato un'accelerazione sul fronte della sicurezza urbana, in particolare per applicare compiutamente il cosiddetto decreto Minniti, dal nome del ministro dell'interno uscente.

Si parla di daspo urbano. Quel provvedimento che, per ragioni comprovate, permette di allontanare una persona da una determinata zona della città, sul modello del daspo sportivo che riguarda, invece, comportamenti violenti all'interno o all'esterno di strutture per lo sport. Ma si parla anche di pattugliamenti dell'esercito nella zona di Brera. Quest'ultima novità è operativa da lunedì 30 aprile, mentre l'uso del daspo urbano nel Comune di Milano avrà bisogno di un po' di tempo.

L'estensione a Brera dei pattugliamenti dell'esercito segue una linea precisa. L'operazione avrebbe la finalità dell'antiterrorismo ma, di fatto, serve anche a prevenire reati, come già accade in piazza del Duomo e in piazza Duca d'Aosta. Dunque l'estensione alle zone della movida (Darsena, corso Como e ora appunto Brera) per aumentare la percezione di sicurezza. La rimodulazione è stata decisa direttamente dalla questura e non dal comitato per l'ordine e la sicurezza.

Il daspo urbano, stando al decreto Minniti, si utilizza anzitutto nelle zone delle stazioni e degli aeroporti: ma ciascun Comune italiano può scrivere un regolamento per estenderlo ad altre aree della città, come monumenti, luoghi del turismo, parchi, scuole, università e altro ancora. Regolamento che il Comune di Milano non ha mai scritto, ritenendo il daspo urbano una misura politicamente inefficace. La svolta è arrivata venerdì 27 aprile, al comitato per l'ordine e la sicurezza, dopo la nottata di sangue. Il rappresentante di Palazzo Marino ha promesso che il regolamento verrà redatto. 

L'allontanamento da una determinata area della città sarà possibile, per 48 ore, per chi crea problemi e sarà rinnovabile fino a 6 mesi se sarà stato violato. Non serve per perseguire reati, perché in questo caso la questione è demandata direttamente alle forze dell'ordine.

Quando il questore Cardona "punzecchiò" il Comune sui daspo urbani

Tornano alla mente le parole del questore di Milano, Marcello Cardona, all'indirizzo di Palazzo Marino (e degli altri Comuni della Città Metropolitana) durante la conferenza stampa per illustrare il bilancio delle attività nel corso del 2017. In quella occasione Cardona ricordò di avere emesso un solo daspo urbano nel corso dell'anno, a Legnano, nei confronti di un giovane accusato di molestare ripetutamente i passanti. 

Cardona presentò l'esempio del bosco di Rogoredo, spiegando che il Comune potrebbe redigere il regolamento sul daspo inserendo luoghi come quello. La conseguenza sarebbe la possibilità di ordinare temporaneamente a chi spaccia di frequentare il boschetto. Tuttavia il questore punzecchiò anche i Comuni fin troppo solerti, come Sesto San Giovanni o la stessa Legnano, i cui sindaci inondavano la questura di richieste talvolta eccessive rispetto al decreto Minniti. "Non si può chiedere il daspo urbano per chi dorme su una panchina", si espresse Cardona.

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