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Cronaca Melegnano

Sequestrato il tesoro del "re del pallet": case, 18 auto e 24 conti per oltre 3 milioni di euro

L'uomo, un imprenditore del Sud Milano, è stato denunciato insieme ad altre dodici persone

Si appoggiava ad aziende "amiche" e a loro indirizzava fatture da migliaia di euro. In realtà, però, quelle operazioni non erano mai state effettuate ed erano soltanto un modo per nascondersi all'Erario. Proprio il modo in cui avrebbe messo in piedi un impero. 

Un imprenditore del Sud Milano e altre dodici persone, tutte a lui collegate, sono state denunciate dalla guardia di finanza di Melegnano per associazione a delinquere finalizzata alla dichiarazione fraudolente ed infedele, all'emissione di fatture per operazioni inesistenti e all'occultamento o distruzione di documenti. 

L'inchiesta delle fiamme gialle, nata tre anni fa, ha messo nel mirino diciotto imprese specializzate nella commercializzazione di pallet usati e ha consentito - spiegano gli investigatori in una nota - "di recuperare a tassazione oltre 19 milioni di euro di imposta evasa ai fini delle imposte dirette e Iva dovuta per oltre 3 milioni".

Il lavoro dei finanzieri ha fatto luce su "numerose imprese facenti capo ad un unico amministratore di fatto - proprio l'imprenditore - che al fine di evadere le imposte e di consentire a terzi l’evasione, utilizzava aziende 'compiacenti' al solo scopo di emettere ed utilizzare fatture per operazioni oggettivamente inesistenti". I documenti sui quali hanno messo le mani i militari - chiariscono loro stessi - hanno permesso di accertare che "le imprese coinvolte, gestite formalmente da nullatenenti ma di fatto facenti capo ad un solo soggetto, hanno movimentato un ingente quantità di denaro contante".

Accanto all'imprenditore "re del pallet" c'erano anche un consulente amministrativo, che - ha accertato l'inchiesta - "suggeriva e proponeva le strategie e i metodi fiscali e contabili da porre in essere per evadere le imposte e frodare il Fisco".

Finito il lavoro di indagine, la procura di Lodi - oltre a iscrivere i tredici nel registro degli indagati - ha chiesto e ottenuto dal Gip un sequestro preventivo di beni "direttamente ed indirettamente riconducibili all’amministratore di fatto". Nelle mani dei finanzieri sono quindi finiti dodici immobili, diciotto auto, ventiquattro conti correnti e il contenuto di due cassette di sicurezza per un valore totale di tre milioni e mezzo di euro. 

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