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Cronaca

Ritira la denuncia contro il marito violento: “Mi ha pestato ma era ubriaco, io l’ho perdonato”

Solo lunedì il questore di Milano aveva detto alle donne di trovare il coraggio di denunciare

Ha ritirato la querela contro quel marito violento che, secondo l’accusa, l’ha picchiata per quattro anni. Ha ammesso, lei stessa, di essere stata più volte vittima di quell’uomo, che adesso ha in qualche modo voluto difendere. 

Una donna di trenta anni, di Pavia, ha deciso di cancellare una precedente denuncia a carico di suo marito, ormai ex, che si trova a processo con le accuse di maltrattamenti, sottrazione di minore - una volta non avrebbe riaccompagnato il figlio dalla madre - e lesioni personali. 

Lunedì mattina, di fronte al giudice Daniele Garlaschelli, proprio durante un’udienza del procedimento contro suo marito, la trentenne ha lasciato tutti di stucco. 

“Sì, mi ha pestata, più volte - ha detto, come riporta La Provincia Pavese -. Mi ha presa a pugni, trascinandomi per terra, ma ogni volta che mi picchiava non era in sé. L’ho perdonato”. Un perdono che l’ha convinta a ritirare la querela nei confronti dell’uomo che aveva sposato nel 2009 e che ora risponde “soltanto” di maltrattamenti in famiglia. 

“Era stressato dal lavoro, lo vedevo con la bottiglia dal mattino e avrei voluto farlo smettere – ha raccontato la donna –. Forse anch’io non avrei dovuto istigarlo, in alcune occasioni. Ma cercavo di fare solo il suo bene”. Un bene al quale lui, secondo il racconto della donna e gli accertamenti degli inquirenti, rispondeva con botte e violenze, che non gli costeranno nessuna denuncia perché la vittima ha ammesso di non “volersi accanire contro il padre” di suo figlio. 

“Quando ci siamo sposati lui non era violento, ma poi è cambiato – ha proseguito la vittima –. Quando mi picchiava, però, era sotto l’effetto dell’alcol. Sì, era aggressivo, ma non era in sé. Avrei voluto che smettesse di bere, invece lui continuava”. E ha continuato, secondo l’accusa, da poco dopo il matrimonio fino al giorno della separazione, per quattro anni quasi. 

“Mi prendeva a pugni, mi trascinava per terra – ha ammesso la trentenne –. Ci sono stati due episodi più pesanti degli altri. Un giorno ero nel soggiorno, ho visto che beveva dal mattino e gli ho detto di smettere. Lui mi ha dato un pugno, per l’urto sono finita contro un mobile”. E ancora: “Un’altra volta ero in bagno, con la porta chiusa. Lui è rientrato dal lavoro, ha visto che non riusciva a entrare in bagno, mi ha costretta ad aprire. Mi ha trascinata per terra, fino in soggiorno. Mi ha buttata sul divano - l’angosciante racconto della donna - e qui mi ha colpita, con calci e pugni. Durante un pestaggio mi ha causato un brutto livido, ma è andato in farmacia a comprare la pomata da mettere sulla contusione. I nostri rapporti ora sono migliorati, sono serena, per questo voglio ritirare la querela”.

Quindi, nessuna denuncia, anche se il pm ha chiesto per il marito violento un anno di reclusione per maltrattamenti, nonostante la mancata denuncia di sua moglie. 

Una mancata denuncia che è arrivata proprio il giorno dopo l’appello che il Questore di Milano, Antonio De Iesu, ha rivolto alle donne vittime di violenze. “Non basta la nostra risposta, bisogna anticipare, sensibilizzare le donne, favorire la cultura della denuncia e avere il coraggio di affidarsi ai centri anti violenza. L’importante - l’invito del Questore - è che la donna si affranchi da questa spirale di violenza e sia aiutata”. 

Cosa che non erano riuscite a fare Rosanna Belvisi - cinquanta anni, uccisa a coltellate da suo marito dopo venti anni di violenza - e Tiziana Pavani - cinquantacinque anni, ammazzata in casa sua a bottigliate da un uomo con cui aveva una relazione saltuaria e che più di una volta aveva cercato di aiutare

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