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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Il cardinale Tettamanzi alla città: “Non tutti gli immigrati sono delinquenti”

Ieri presso la Basilica di Sant'Ambrogio si è svolto il tradizionale discorso alla città. L'arcivescovo ha affrontato diversi argomenti attualissimi e ha proposto la sua terapia alla depressione e alla frammentazione sociale: i cantieri sociali

Il tradizionale discorso alla città che l'arcivescovo di Milano ogni anno pronuncia nella Basilica di Sant' Ambrogio il giorno prima della festa del patrono del capoluogo lombardo quest'anno ha avuto come protagonisti gli immigrati. Il cardinale partendo “dai gravissimi fatti di cronaca di questi giorni”, la scomparsa di Yara e l'incidente stradale con 7 vittime a Lamezia Terme, che hanno visto coinvolti proprio degli immigrati ha preso le parti di quest'ultimi.

“Prego – ha dichiarato Tettamanzi - perché non si sovrapponga genericamente a tutti gli immigrati la categoria della delinquenza".  "Ogni persona - ha aggiunto il presule - di origine italiana o straniera, deve essere sempre giudicata singolarmente, per quella che è non dimenticando mai che il giudizio più vero e definitivo è quello di Dio".

La libertà di culto.
L'arcivescovo ha poi toccato moltissimi altri temi rilevanti e attualissimi come quello della libertà di culto. Ricordando ai politici presenti l'Editto di Costantino che 1.700 anni fa sancì tale libertà, e spiegando che nel 2013 Milano ricorderà quella data il cardinale ha fatto riferimento alla necessità di “disporre, nel dovuto rispetto delle leggi, di luoghi di culto per le religioni più praticate a Milano". Non cita esplicitamente la mancanza di una moschea a Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi, ma il riferimento è abbastanza chiaro.

Il lavoro.
Dopo aver parlato della Milano che "funziona" ("città laboriosa dove resiste la dedizione di tanti imprenditori non scoraggiati dalla crisi, di ricercatori universitari"), l'Arcivescovo ha fatto anche una riflessione su "la città coperta dai rovi che sono le nuove forme di disumanizzazione ovvero povertà, malattia, disagio" che colpiscono le famiglie a causa del reddito non sufficiente.

I giovani. Ma il seme, secondo Tettamanzi, deve fecondare anche il terreno coperto dalle pietre, ovvero la città dei giovani, molti dei quali "crescono senza desiderare, ricercare e costruire un serio progetto di vita, senza dare un senso all' esistenza".

Dopo l'analisi il cardinale propone una sua terapia, una "mappa dei cantieri sociali", quattro cantieri da aprire per Milano. "Con un simile osservatorio - ha spiegato Tettamanzi - si guadagnerebbe un punto di vista nuovo su Milano, per pensare non solo ai grandi cantieri edili ma anche a questi immensi "cantieri sociali". Cantieri laboriosi e creativi che possano orientare le forze e gli spiriti per superare la frammentazione sociale e spazzare via quel sentimento di diffusa depressione che spesso si respira in città".

Il commento del sindaco di Milano. "L'arcivescovo ha fatto riferimento a diritti e doveri: penso che questo sia sempre il quadro in cui collocare le sue parole", ha detto Letizia Moratti.

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