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Cronaca Porta Vittoria / Largo Marinai D'Italia

Case dell'acqua in ritardo, Palazzo Marino: "Le stiamo collaudando"

Da dicembre anche in città i distributori automatici d'acqua. Ma sono ancora recintati. Baio (Legambiente): "Idea lodevole, ma si ritorna al "pozzo del villaggio" come nell'Ottocento; e se ci fosse la "fontana" condominiale?"

Acqua fresca e gasata gratis per tutti: dallo scorso dicembre è iniziata a Milano l’istallazione delle Case dell’acqua finanziate dal Comune e gestite da Metropolitana milanese spa, il cui scopo è quello di promuovere l’acqua pubblica di Milano e la sua ottima qualità come bene comune.

Il progetto che sarebbe dovuto partire "a fine 2012", però, è ancora in alto mare. Nessuna inaugurazione, per ora. 

Nuova casa dell'acqua © Brambilla/MilanoToday

E non sarebbe una iniziativa malvagia. Anzi. Il risparmio, per un utente medio, è notevole: circa 250 euro all’anno. L’acqua spillata dal rubinetto, infatti, costa in media 0,5 millesimi di euro al litro, mentre una bottiglia di minerale circa mille volte di più. Ma è anche l’ambiente a guadagnarci: l’acqua del “sindaco”, così viene anche definita l’acqua pubblica, comporta meno plastica, meno camion sulle strade per trasportare bottiglie e meno danni all’ambiente in termini di emissioni di CO2.

«Bere acqua del rubinetto significa anche tutelare l’ambiente - ha confermato l’assessore all'Ambiente Pierfrancesco Maran in una nota -: questi distributori garantiranno a tutti l’accesso ad una risorsa preziosa e sono un ulteriore passo verso una città sempre più sostenibile».

Molti sono i cittadini a favore di questo servizio. Oltre al parco situato in Largo Marinai d’Italia, le altre aree verdi in cui sono state installate le Case dell’Acqua sono: il parco Chiesa Rossa, il parco Bassi, il Giardino Cassina de' Pomm e i giardinetti di via Morgagni.

Le Case dell’Acqua dovevano entrare entro lo scorso anno, ma sono ancora recintate. Dal Comune però fanno sapere che per ora sono in fase di collaudo tecnico e che al più presto verranno inaugurate. L’acqua di questi distributori è la stessa che esce dai rubinetti delle nostre case, ma con una differenza: non passa dalle tubature condominiali e quindi non viene “contaminata” da eventuali residui di calcare o altri elementi presenti.

«Il vantaggio che vediamo nelle casette dell'acqua è che erogano acqua senza che passi dalle tubature di casa. E questo è un bene – ha commentato a riguardo Lorenzo Baio, del settore acqua di Legambiente Lombardia -. Meglio sarebbe se i condomini facessero manutenzione dei propri tubi e autoclavi. Infatti deve passare l'idea che l'acqua di casa è buona al netto di piccoli problemi di tubazioni che però vanno risolti e non ignorati (l'acqua che beviamo è la stessa con la quale cuciniamo e ci laviamo i denti)».

Le case dell’Acqua agli occhi di molti sono innovative, ma ci sono alcuni punti da chiarire secondo Legambiente: «Pur apprezzando la socializzazione che potrebbe scaturire dalla coda alle casette dell'acqua, mi sembra che stiamo facendo un passo indietro nella nostra storia - continua Lorenzo -. Torniamo di fatto alla "realtà del pozzo" di villaggio, dimenticando che per decenni si è lottato per avere l'acqua in casa. Però siamo in una società legata all'immagine e le casette fanno smart city e vanno per la maggiore».

La soluzione per Legambiente potrebbe invece essere un’altra: «Chiudo rilanciando una nostra proposta: la fontanella condominiale. Ovvero un punto dove prendere l'acqua nel proprio condominio, prima del passaggio nelle tubature condominiali». Insomma tra pregi e difetti le casette dell’acqua entreranno in funzione tra qualche settimana e saranno alla fine i cittadini i veri giudici di queste “fontane moderne”.

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