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Cronaca

Teatro Alla Scala, c'è il nome del nuovo sovrintendente: il francese Dominique Meyer

Il suo contratto partirà dopo l'addio di Pereira: per anni sovrintendente e anche direttore

"Abbiamo trovato consenso sul nome. La prima cosa che farò adesso è chiamarlo e incontrarlo": il sindaco Giuseppe Sala alla fine del lungo cda della Scala non ha voluto dire chi sarà il nuovo sovrintendente del teatro rimandando l'ufficializzazione alla riunione del 28 giugno. Ha spiegato comunque che "non sarà Alexander Pereira".

Chi è Dominique Meyer

A Milano è in arrivo dunque Dominique Meyer, attuale guida della Staatsoper di Vienna. Il suo contratto partirà dal 2020, quando scadrà il mandato di Pereira. Resta da vedere se il manager austriaco resterà per qualche tempo in affrancamento.

La prima parte del cda e servita a fare un esame dei conti del teatro e a controllare i dati si riempimento del teatro che lo scorso anno hanno subito una flessione con conseguente "grande preoccupazione". Il bilancio, già previsto in pareggio, nella revisione del budget, ha spiegato Sala, fa segnare un attivo di 700 mila euro. E anche i dati sulla presenza di pubblico nei primi cinque mesi "sono buoni".  

L'addio di Alexander Pereira

L'addio di Alexander Pereira arriva dopo anni di sovrintendenza e di direzione. Già nel 2014 era finito nella buffera per le opere acquistate dal "suo" Festival di Salisburgo di cui era ancora direttore. Il consiglio d'amministrazione della fondazione aveva scelto di "certificare" l'errore nell'operato dell'austriaco ma di "perdonarlo".

Nell'ultimo periodo a tenere banco era stata la vicenda dei tre milioni ricevuto dall'Arabia Saudita. Dopo i fatti il governatore Attilio Fontana aveva detto così: "Il signor Alexander Pereira non mi ha consegnato alcuna documentazione che facesse riferimento al versamento di tre milioni da lui ricevuto dai Sauditi. Ne ha fatto cenno per la prima e unica volta - e quasi involontariamente ("...forse adesso dovrò rimandare indietro i soldi!") - durante la conversazione avvenuta nel mio ufficio il pomeriggio dell'8 marzo scorso. Nonostante la sorpresa e l'irritazione, ho ritenuto di non rendere pubblica in quel momento tale informazione, per rispetto della principale istituzione musicale del Paese e per tenere fede alla consegna del silenzio fino alla seduta del cda scaligero".

"Ancora più grave - aveva concluso il presidente - è il fatto di aver comunque accettato dei fondi a prescindere dalle decisioni del cda e addirittura prima che questo si riunisse. In qualunque cda, a qualsiasi latitudine, questo comportamento provocherebbe il suo licenziamento".  

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