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Cronaca

I selfie con i politici e i 450 kg di hashish in box: chi è la "signora della droga" della Brianza

La 36enne, residente a Saronno, è stata arrestata insieme ad altre quattro persone dai carabinieri di Desio

In ogni scatto, immancabile, il sorriso. Nella fotografia che la ritrae insieme a un ex sindaco brianzolo da tempo impegnato in prima linea nel debellare il fenomeno dello spaccio di droga dai boschi delle Groane contro coloro che apostrofa "venditori di morte". E anche accanto al leader della Lega Matteo Salvini in più di una occasione di piazza. E infine le istantanee con volti più o meno noti della politica locale postati sui social accanto a selfie con indosso il caschetto, in cantiere, mentre fa quello che - sulla carta - è il suo mestiere: l'imprenditrice edile.

Trentasei anni, a capo di una società impegnata nel settore delle costruzioni e nel suo passato qualche piccolo precedente per truffa. Una donna "insospettabile" - come l'hanno definita gli inquirenti - se non fosse che ora, a seguito di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip su proposta della Procura della Repubblica di Monza, la 36enne è finita in manette con l'accusa di essere al vertice di un giro di droga del valore di quasi un milione e mezzo di euro con mezza tonnellata di hashish che all'esito delle indagini è stata ricondotta proprio a lei. Una vicenda giudiziaria che, si specifica, non coinvolge alcun esponente politico. 

L'insospettabile con 450 chili di droga in box

Insieme alla donna, M. J., cittadina di origine albanese ma in Italia da anni, residente a Saronno, sono finite in manette altre quattro persone tra cui il braccio destro della 36enne, l'uomo che secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Desio, avrebbe avuto il compito di custodire per conto della donna lo stupefacente - 450 chili di hashish - e poi l'avrebbe tradita, simulando un furto e svuotando il garage per poi rivendere la droga in proprio. Un tradimento che lo ha invece messo nei guai, portando i carabinieri proprio in quel garage di Cesano Maderno preso in affitto dalla donna con documenti fittizi intestati a una prestanome per tenere al sicuro il carico.

Le indagini dei carabinieri della compagnia di Desio guidati dal maggiore Luigi Perrone sono iniziate nella scorsa primavera quando ad aprile è giunta notizia tramite fonti investigative dell'arrivo di un ingente quantitativo di droga in Brianza. Un carico da 450 chili di hashish che qualcuno si stava premurando di ricevere e sistemare, cercando appartamenti o garage da affittare nella zona. Ed è iniziata l'attività di indagine che ha portato i militari dell'Arma della Sezione Operativa di Desio a effettuare appostamenti, controlli e intercettazioni telefoniche fino a monitorare i soggetti che avevano individuato un box a ridosso della Milano Meda appunto a Cesano Maderno. Un garage preso in affitto con i documenti di una prestanome italiana - una donna inserita all'interno di un asset societario di una impresa riconducibile alla 36enne ma ignara di tutto - dove la donna appunto non figurava come locataria ma la "regista" che, dietro le quinte - preoccupandosi di non lasciare tracce - organizzava, incaricava e demandava, delegando appunto il compito della custodia dello stupefacente a un collaboratore che riteneva di fiducia. E che poi invece l'ha tradita.

Il furto e il tradimento del complice

Con la complicità di due collaboratori il 45enne di Cesate ha derubato la sua "capa" e poi è finito nel mirino dei carabinieri, allertati in seguito all'incursione all'interno del garage dove erano custoditi quattro quintali di hashish che loro stessi avevano fatto sparire evidentemente per smerciarli in proprio. E tenere per loro i guadagni. L'uomo infatti, nel corso di una notte di inizio aprile aveva simulato un furto all'interno del box sotterraneo all'insaputa della donna, impossessandosi dello stupefacente per poi nasconderlo all'interno di un'abitazione a Cesate. Dopo poco però, il portinaio dello stabile si è accorto del furto e ha allertato i militari.

E quando sul posto - incaricato dalla donna - si è presentato il collaboratore della 36enne (e autore del furto) ha trovato anche i carabinieri di Desio. Insospettiti dall'anomalo odore proveniente dal box, i militari hanno effettuato una perquisizione all'interno dell'abitazione di Cesate dove sono stati trovati oltre 80 kg di hashish, parte del bottino sottratto dal garage due notti prima.

Il numero di telefono svizzero e le targhe cambiate all'auto

Sono state le chat presenti sullo smartphone dell'indagato insieme alle immagini di video sorveglianza delle telecamere tra Cesano Maderno e Cesate a permettere agli investigatori di ricostruire i movimenti del 45enne e dei suoi due complici nel corso della notte del furto simulato. E così è venuto alla luce anche il rapporto di subordinazione con la donna per conto della quale avrebbe dovuto custodire lo stupefacente e la collaborazione con i due complici anche loro finiti in manette.

Nonostante lo scrupoloso tentativo di non lasciare tracce e non fare alcun passo falso, sono diversi gli elementi investigativi che hanno permesso agli inquirenti di risalire alla 36enne e di ricondurre proprio alla donna il carico di droga rubato. Oltre al nominativo della prestanome (ignara di tutto) utilizzata per il contratto di affitto del box che è risultata essere quello di una donna inserita all'interno di un asset societario a lei riconducibile, tra le risultanze investigative figura anche un numero di telefono svizzero dietro cui si celava appunto una utenza utilizzata dalla donna tramite cui intratteva conversazioni con il 45enne. In una chat del marzo 2020, quando il collaboratore informa la donna di aver trovato un appartamento da affittare lei, con modi autoritari e aggressivi - come descritto agli atti - lo redarguisce, ricordandogli che questa tipologia di attività non rientra nei suoi compiti e che l'uomo si sarebbe dovuto limitare a segnalare il contatto e poi ci avrebbe pensato lei o qualcuno da lei incaricato. 

Ed è la stessa donna che, informata del furto avvenuto nel box dove era custodito lo stupefacente, ordina al suo sottoposto di recarsi a verificare la situazione. In seguito all'arresto dell'uomo nell'aprile 2020 quando a casa del 45enne a Cesate sono stati rinvenuti i primi 80 chili della partita di hashish sottratta, la 36enne in pochi mesi cambia diverse volte le targhe della sua autovettura, immatricolandola nuovamente e cambiandone anche il colore. Ora la 36enne, insieme ai quattro arrestati nell'ambito dell'operazione Mosaico, si trova in carcere. 

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