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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Trent'anni, due evasioni e tante feroci rapine: arrestata Alina, la donna capo dei rapinatori

Arrestata dopo anni di latitanza grazie agli uomini della Sezione Catturandi dei carabinieri

Sono come i quadrifogli: rari ma esistono. Ogni tanto capita che balzino agli onori della cronaca per le loro scorribande: sono 'le boss'. Donne, criminali, al vertice dei propri sodalizi. In grado di comandare senza tentennamenti i 'soldati' maschi al loro servizio. Il loro potere, spesso, rispecchia il fascino di cui sono capaci. Come Elena Alina Stoica che, appena trentenne, può vantare una lunga serie di reati contro il patrimonio, varie condanne, fughe e latitanze.

La giovane, romena ma specializzata nelle rapine nel Nord Italia - Veneto e Friuli in particolar modo -, è stata arrestata nei giorni scorsi dalla polizia austriaca, dopo un lunga indagine degli uomini della Quarta sezione del Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano, la Catturandi. In Italia deve scontare una pena definitiva di cinque anni, sette mesi e un giorno per associazione a delinquere, resistenza e ricettazione.

La storia criminale di Alina - raccontano gli investigatori che le hanno dato la caccia - è ricca di episodi. Alla sua banda sono attribuiti almeno quattordici colpi commessi tra il 2010 e il 2014. Il gruppo era specializzato in assalti a mano armata - e sempre molto violenti - alle tabaccherie del Triveneto. Il suo nome compare per la prima volta in un'ordinanza d'arresto nel 2010, a luglio.

La ragazza, all'epoca ventiquatrenne, è stata presa dopo un pericoloso inseguimento in cui era stata speronata anche l'auto dei carabinieri. Lei era incinta e questo le permette di ottenere gli arresti domiciliari dai quali però evade nel giro di tre giorni. In quell'occasione, però, sei dei suoi 'soldati' restano in carcere e 'Calamity Jane' - come la chiamano quelli della Quarta Sezione - riparte da zero: ingaggiando altri uomini, sempre i più violenti. 

Il sei settembre 2012 ricompare in un hotel quattro stelle di Milano e finisce ancora in manette, questa volta in cella. Ad ottobre 2013, dopo un anno e un mese di prigione, ottiene di nuovo i domiciliari. Le viene assegnata un'abitazione di via Ferrari, da lì scappa nuovamente pochi mesi dopo: a gennaio 2014. Da allora si perdono le sue tracce fino al 2017.

Dopo diversi controlli a vuoto delle autorità romene presso le abitazioni della famiglia d'origine della donna, si scopre che Alina è legata al capo di una banda di rapinatori che 'lavora' in Austria. Indagini veloci, sempre di concerto con i carabinieri della Catturandi, portano la polizia austriaca a bloccare la trentenne. Viaggiava per le strade di Steyregg su una Bmw serie 7 guidata dall'autista. Ha fornito false generalità ma le impronte digitali l'hanno tradita. Questo arresto - e qui il condizionale è d'obbligo - potrebbe aver decretato la fine definitiva della lussuosa latitanza della rapinatrice.

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