Torna a casa all'alba, sbaglia piano e scavalca: 30enne cade e muore
E' mistero sulla morte di una trentenne, precipitata all'alba di sabato dall'undicesimo piano di un palazzo. Sembra che avesse sbagliato piano e, convinta di essere al primo, abbia provato a scavalcare. La ricostruzione
L’unica certezza, in un mistero tanto fitto, è che non si è buttata volontariamente nel vuoto. Il resto degli indizi forma un grande puzzle, che ancora fatica a prendere forma definitivamente.
Sarebbe stata vittima di una tragica catena di errori, la trentenne Irene Lambusta - una pubblicitaria originaria della Sicilia - morta all’alba di sabato dopo un volo di oltre trenta metri dall’undicesimo piano di un palazzo al civico 44 di viale Papiniano.
Per fare chiarezza sulla sua morte, i carabinieri sono partiti dalle sue ultime ore di vita. E quindi dalla cena con gli amici nel suo appartamento e dalla nottata trascorsa in un locale in zona bevendo qualche bicchiere di vino, ma - pare - senza esagerare. Poco prima delle 5, poi, il ritorno a casa in taxi, sempre in compagnia della stessa comitiva.
La trentenne, hanno raccontato gli amici, entra, si chiude il portone alle spalle e si dirige verso casa. Qui, però, cominciano i minuti di buio e dubbi. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, riportata dal Corriere, la donna entra in ascensore e - per errore - preme il tasto 11, e non 1, il piano dove abitava.
Arrivata sul ballatoio, la vittima non si accorge di aver sbagliato piano e cerca di scavalcare una porta a vetri, chiusa, che le impediva l’accesso al pianerottolo. Quella del primo piano, hanno accertato i militari, è sempre aperta, ma la trentenne non ci fa caso.
Superato l’ostacolo, come confermano le impronte sulla porta e il racconto della donna che ha allertato i soccorsi, la vittima si accorge di aver sbagliato e cerca di tornare indietro. E’ proprio qua che si consuma la tragedia.
La pubblicitaria scivola, o mette un piede in fallo, e precipita. Un volo di oltre trenta metri che non le lascia scampo.