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Cronaca Porta Vittoria / Via Carlo Freguglia

Accusata di truffa, rischia l'estradizione in Russia. "E' perseguitata"

La vicenda (intricata) di una eredità con successive donazioni. La donna, arrestata ad agosto 2014 in Italia, verrà estradata. "Ma il reato di cui è accusata è prescritto in Italia"

Una donna russa rischia l'estradizione nel suo Paese per un reato che, secondo la normativa italiana, è caduto in prescrizione. Si chiama Ekaterina Anatolievna Tyurina ed è ricercata per una presunta truffa da 82 milioni di rubli compiuta nel suo Paese. La donna, 38 anni e 3 figli, si è recata a Palazzo di Giustizia di Milano per raccontare la sua storia ai magistrati. "Il reato prescritto in Italia impedisce l'estradizione", afferma Pasquale Pantano, il suo avvocato, stigmatizzando "la superficialità con cui il tribunale di Trieste" ha accolto la richiesta di estradizione.

La storia è iniziata nel 1999, quando Garerv Il'Dar Akhmetovich, il marito della donna, ha ereditato dalla madre le quote di un negozio in centro a Mosca, Magazin Sadovye Coltso, un grande magazzino di 3 mila metri quadri, per poi cederle alla zia nel 2002. Questa, a sua volta, le ha cedute alla donna con due contratti di donazione, uno sempre nel 2002 e uno nel 2005, cosicché la 38enne ora accusata di truffa ha raggiunto l'87,91% della proprietà.

I detentori della quota di minoranza hanno iniziato una diatriba legale accusando la donna di avere falsificato le firme del marito e della zia, ma successivamente è stata dimostrata l'autenticità delle firme. Fatto sta che la donna è finita accusata di truffa ai danni dello Stato, come si evince dal mandato di cattura internazionale in base a cui è stata arrestata - il 4 agosto 2014 - a Lignano Sabbiadoro, in Italia. Tuttavia, nella nota dell'Interpol il reato cambia: "truffa aggravata dal fatto di aver percepito sovvenzioni governative", secondo un articolo del codice penale russo, il numero 159, che però non prevede tale aggravante, perché in realtà in Russia nessuna impresa può ricevere sovvenzioni governative.

La sentenza con cui si chiede l'estradizione parla invece di "truffa aggravata ai danni dei soci di minoranza": ciò significa che il mandato di cattura internazionale - con cui la donna è stata arrestata - è incoerente con quanto chiesto dagli stessi giudici moscoviti. "Si tratta ormai di una consuetudine nel modo di proporsi all'attenzione degli organismi di giurisdizione internazionale da parte della Federazione russa", sostiene l'avvocato Pantano.

Il marito della donna, nel frattempo, è stato arrestato a Praga con l'accusa di essere il mandante di un omicidio avvenuto vent'anni fa. La donna racconta che i suoi legali russi "sono stati più volte oggetto di minacce da parte della polizia: li hanno picchiati, i loro studi e le loro abitazioni sono state più volte perquisite". L'intenzione della donna è ora quella di chiedere l'asilo politico in Italia.

"Questi signori sono perseguitati", conclude l'avvocato Pantano: "Anche perché per la Corte Europea dei Diritti sostiene che chi va in carcere in Russia viene sottoposto a un trattamento disumano".

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