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Cronaca

Case popolari, a Milano già finiti gli alloggi per le emergenze

L'assessore Benelli studia soluzioni di impatto immediato: "Occorre non disperdere gli alloggi privati che restano sfitti"

Non ci sono più alloggi popolari per le situazioni di emergenza, da assegnare quindi al di fuori della graduatoria normale. La quota del 25% rispetto alle assegnazioni ordinarie è già stata raggiunta a settembre a Milano. In realtà si tratta di una quota che è possibile aumentare: stabilita da una legge regionale, è possibile (per i comuni ad alta densità abitativa) chiedere al Pirellone di aumentare la quota. Cosa che normalmente avviene.

Ma la regione nel 2013 non ha ancora risposto alla richiesta dell'assessore milanese alla casa Daniela Benelli. Che quindi giovedì ha rilanciato: "Speriamo che la regione - ha affermato - ci permetta di estendere la deroga fino al 50% come ha fatto in tutti questi anni".

Nel 2013 comunque c'è stata una impennata di richieste di emergenza: le pratiche esaminate dalla commissione preposta nei primi tre mesi dell'anno sono state 510 contro le 295 dell'anno precedente. Una domanda nettamente superiore all'offerta. Per la Benelli "non è realistico pensare a nuove costruzioni che arriverebbero tra qualche anno". Meglio rivolgersi agli alloggi sfitti di proprietà privata.

La prima leva che la Benelli sta studiando è il canone concordato, che dal 1999 non è stato più rinnovato, con il risultato che i privati sono ormai poco propensi a scegliere questa via mentre in altre città si tratta di uno strumento piuttosto diffuso. Ma anche della possibilità che il comune si faccia garante per chi non riesce a pagare l'affitto, attraverso l'istituzione di un fondo.

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