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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

E' morto Angelo Epaminonda, boss criminale a Milano e poi pentito

Confessò 14 omicidi. Iniziò come braccio destro di Francis Turatello, poi fu il "re" delle bische, delle scommesse, della prostituzione e della cocaina

Nel 1985, il cronista de Il Giornale Paolo Longanesi venne arrestato per avere scritto che Angelo Epaminonda si era pentito e stava "cantando". La confessione del Tebano era ovviamente esplosiva e di grande aiuto per i magistrati che indagavano sulla "mala" milanese, per questo - sempre secondo i magistrati - la cosa doveva rimanere assolutamente segreta. Vien da chiedersi: se era segreta, perché raccontarla ad un giornalista? 

Fatto sta che Longanesi venne ammanettato. E in modo assolutamente eclatante. Lo presero a mezzogiorno, durante una conferenza stampa alla caserma dei carabinieri di via Moscova dove Longanesi era in veste di cronista. Lo portarono in isolamento per tre giorni, poi lo scarcerarono. 

L'accusa? Favoreggiamento e pubblicazione di notizie destinate a rimanere segrete. Di favoreggiamento furono accusati anche Enzo Passanisi (capo della cronaca) e Indro Montanelli (il direttore): questi non stette in silenzio ma si scagliò contro la magistratura per quella che riteneva un'accusa ridicola e per la «teatrale procedura d'arresto». A Longanesi venne anche interdetta la professione di giornalista per un mese: ma in realtà, come avrebbe rivelato lo stesso Montanelli, Longanesi non smise di scrivere: lo fece senza firmare i "pezzi".

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