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Cronaca

Ai domiciliari, va alle nozze della sorella: intanto viene accusato di rapina

E' riuscito a dimostrare che si trovava ancora alla cena di nozze al momento della rapina a un tassista. Però è stato condannato per l'evasione dai domiciliari

Accusato di furto a un tassista mentre era evaso dagli arresti domiciliari, viene riconosciuto innocente dalla prima accusa, ma inevitabilmente colpevole per quanto riguarda la seconda. E finisce condannato a due anno e mezzo, ovviamente gli vengono revocati i domiciliari e va in carcere per scontare sia l'evasione sia le condanne precedenti (per furto delle auto del car sharing milanese).

La vicenda è complessa. La racconta Ferrarella sul Corriere. Il 20 dicembre 2017 è in programma la cena di nozze della sorella in via delle Forze Armate. Lui chiede al Tribunale di sorveglianza il permesso a parteciparvi ma questo gli viene negato. Ora, non sarà giusto, ma è umanamente comprensibile che lui decida di parteciparvi ugualmente.

Per evitare qualunque rischio, però, l'uomo decide anche di architettare un piano che involontariamente lo metterà nei guai. Finge di stare male per avere un buon motivo per essere accompagnato (ovviamente dopo la cena) al pronto soccorso del vicino ospedale San Carlo. In questo modo, pensa lui, nessuno lo "punzecchierà" per l'evasione dai domiciliari, visto che avrà un giustificativo medico.

Il diavolo fa le pentole ma si dimentica dei coperchi. E così, proprio il 20 dicembre un tassista viene rapinato al parcheggio dello stesso ospedale. Le forze dell'ordine gli mostrano, come da rito, diverse fotografie e lui riconosce proprio il ladro teoricamente ai domiciliari. Inevitabilmente il protagonista di questa storia finisce sotto processo.

I suoi difensori, però, riescono a dimostrare, tabulati del telefono e video di sorveglianza del ristorante alla mano, che l'uomo era ancora alla cena quando il tassista veniva rapinato davanti all'ospedale. Dunque il tassista si è sbagliato nel riconoscere in lui l'autore della rapina. Accusa da cui, quindi, viene assolto. E però - come si diceva - condannato per l'evasione dai domiciliari, visto che, per essere scagionato dall'avere rubato al tassista, ha dovuto ammettere di trovarsi alla cena fatidica. A cui non avrebbe dovuto partecipare.

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