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Cronaca

43enne evaso, lo si cerca in tutta Italia: ricoverato al Fatebenefratelli per finto tentato suicidio

L'uomo ha approfittato del bagno al piano terra al pronto soccorso per scappare. Sotto protezione la moglie

In carcere si era autoproclamato imam, per chi lo controllava era osservato a rischio basso di radicalizzazione, nel senso che pregava e invitava altri detenuti alla preghiera. Quello che è sicuro, però, è che il 43enne tunisino Ben Mohamed Ayari Borhane, evaso dal Fatebenefratelli nella notte tra giovedì 17 e venerdì 18 maggio, stava progettando la sua fuga. Ed è altrettanto sicuro che non sia stato aiutato dalla moglie italiana, con la quale erano sorti conflitti perché lei non voleva più fargli vedere la loro figlia.

Un elemento che corrobora la fuga premeditata sta nella dinamica messa in atto quella notte. Il tunisino, detenuto a Opera, ha ingerito una lametta. Obiettivo dichiarato, togliersi la vita. Ci aveva già provato qualche notte prima, per cui era sorvegliato con attenzione. Ma, abbastanza certamente, il suo vero scopo era quello di essere trasferito in un pronto soccorso esterno. Così, arrivato al Fatebenefratelli, ha chiesto di andare in bagno, al piano terra, ha aperto la finestra ed è fuggito.

I controlli successivi non hanno portato elementi utili per capire dove sia andato l'uomo, che secondo alcune informazioni raccolte nel carcere di Ferrara, dov'era stato detenuto, potrebbe avere deciso di scappare all'estero. Gli investigatori monitorano però innanzitutto un paese marchigiano nel quale il tunisino risiedeva prima di essere incarcerato per traffico di cocaina. E hanno già messo in sicurezza la moglie e la figlia, per i motivi di cui si parlava all'inizio.

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