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Violentò, uccise e bruciò una 15enne: ergastolano sfrutta un permesso e scappa, preso

E' durata 10 giorni la fuga di un sinti torinese, che nel suo passato ha anche una storia di violenza inaudita contro due bambini di 10 anni, ritrovati vivi per miracolo

Pietro "Ringo" Ballarin, nel 1993, era sorvegliato speciale in libertà, con obbligo di firma una volta alla settimana per l'episodio delle sevizie ai due bambini di dieci anni. Viveva con la moglie e un figlio piccolo a San Giovanni di Ivrea (Torino), in un campo nomadi. Il 2 agosto convinse la 15enne Manuela Petilli a salire con lui a bordo del motorino. I due, anche se non bene, si conoscevano. La giovanissima stava aspettando l'autobus per tornare a casa, a Strambino. Ballarin la condusse in un casolare di campagna e, della ragazza, si persero le tracce per molti giorni. Finché non fu ritrovata morta e semicarbonizzata. Gli investigatori individuarono il responsabile in Ballarin, che fu poi condannato nel 1995 all'ergastolo. 

Ballarin, nel 1993, era uscito dal carcere da relativamente poco tempo: aveva finito di scontare otto anni (rispetto ai dodici di condanna) per il tentato omicidio di due cugini rom di 10 anni, avvenuto nel 1984, quando il "mostro" aveva 18 anni. "Ringo" era in compagnia del fratello: i due incontrarono i due cuginetti (un bambino e una bambina) sulla sponda del torrente Orco, nel Canavese. Li presero e, dopo avere selvaggiamente picchiato lui, tentarono di violentare e strangolare la bimba. Poche ore più tardi, i due piccoli vennero ritrovati (vivi) tra i rovi di una discarica. 

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