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Expo 2015

Moratti, addio all'Expo: l'ex sindaco lascia il ruolo di commissario

Dopo quasi 1.200 giorni, Letizia Moratti lascia il ruolo di commissario straordinario Expo 2015. L'Esposizione era stata "la sua creatura"; il volano, vincente, della precedente campagna elettorale

Dopo 1.170 giorni il destino dell' Expo 2015 di Milano si separa per sempre da quello della sua fautrice, Letizia Moratti, che da sindaco aveva avuto il merito di scommettere sul progetto dell'esposizione universale e assicurarlo alla sua città. Dallo stesso palco internazionale che la vide trionfatrice il 31 marzo del 2008, con la vittoria di Milano sulla turca Smirne, oggi all'assemblea del Bureau Internazional des Expositions Letizia Moratti ha annunciato l'addio alla sua creatura. La rinuncia alla carica di commissario straordinario, che avrebbe potuto mantenere malgrado la sconfitta elettorale da sindaco, visto che il decreto di nomina era ad personam, è il segno della fine di una stagione.

Fin dalla sua campagna elettorale del 2006, Letizia Moratti si presentò agli elettori di Milano come il sindaco che avrebbe portato alla città un grande evento, come le Olimpiadi invernali di Torino. L'allora ministro dell'Istruzione trovò ispirazione dal Territorial Review che l'Ocse dedicò nel 2005 al capoluogo lombardo, nel quale l'organismo internazionale sosteneva la necessità di un "flagship project", di un progetto bandiera per il rilancio dell'area metropolitana. La ricetta di Letizia Moratti fu la candidatura all'esposizione universale che Milano aveva già ospitato nel 1906 celebrando l'apertura del traforo ferroviario del Sempione.

L'idea del sindaco, sostenuta con convinzione anche dall'allora governo di centrosinistra guidato da Romano Prodi, fu di sfruttare ancora una volta l'Expo come volano per le infrastrutture, a partire dalle due nuove linee metropolitane, ma di proporre l'evento come un appuntamento post-novecentesco, ancorato agli obiettivi del Millennio sottoscritti dall'Onu per sconfingere, proprio nel 2015, la fame nel mondo. Da qui la scelta di consacrare l'Expo al tema "Nutrire il pianeta Energia per la vita", cioé ai nodi irrisolti dell'alimentazione e dell'agricoltura. Per due anni, dal 2006 al 2008 Letizia Moratti - cosa che le verrà successivamente rinfacciato dai suoi stessi alleati - vestirà più i panni dell'ambasciatore che del sindaco, impegnata in estenuanti viaggi diplomatici per perorare nel mondo la causa della candidatura di Milano.

Grazie a questa indefessa azione diplomatica (tutta sostenuta a sue spese) Letizia Moratti riuscirà il 31 marzo del 2008 all'assemblea del Bie ad affermare Milano su Smirne con 86 voti su 65. Ma la carta bianca che il governo Prodi lascia a Letizia Moratti nell'avviare la macchina dell'esposizione si trasforma ben presto, con il governo "amico" di centrodestra, in un romanzo di litigi, minacce e continue false partenze. Sono il premier Silvio Berlusconi e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti a ottenere in un vertice ad Arcore la testa del braccio destro di Letizia Moratti, Paolo Glisenti, a cui il sindaco avrebbe voluto affidare le chiavi di Expo come uomo solo al comando. Dopo mesi di stallo nell'aprile 2009 gli succede l'ex ministro Lucio Stanca, ma il suo feeling con Milano e gli altri soci di Expo, a partire dal potente presidente della Lombardia Roberto Formigoni, non è idilliaco. E anche l'ex manager Ibm sarà costretto dopo appena un anno a lasciare la guida di Expo 2015 spa a Giuseppe Sala, allora direttore generale del Comune. E' in questa fase che Letizia Moratti torna, come commissario, nuovamente protagonista, ingaggiando un lungo braccio di ferro con Formigoni sulla partita cruciale dell'acquisizione dei terreni su cui si svolgerà l'evento. La scelta di creare una newco, sostenuta dal governatore, segna per Letizia Moratti la prima vera sconfitta sul tavolo dell'Expo, che annuncia la sua disfatta elettorale del maggio scorso. Indebolita dal duello con Formigoni e spodestata da Palazzo Marino, Letizia Moratti non aveva altra alternativa che dire addio alla sua amata creatura.

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