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Cronaca

Fabiano fa appello per l'eutanasia. Ma in parlamento si rischia il rinvio

Il dj milanese tetraplegico e cieco da due anni chiede a Mattarella la legge. Che però rischia di essere nuovamente rinviata, chissà fino a quando

Quello di Fabiano Antoniani, ex dj, è solo l'ultimo caso di persone che chiedono l'eutanasia per mettere fine a quella che considerano ormai una "non vita". Ricordiamo che il giovane, che ha 39 anni ed è di Milano, da più di due anni è tetraplegico e non vedente a causa di un incidente stradale. Attraverso la sua fidanzata - lui parla con molta fatica - ha lanciato un video appello al presidente della repubblica Sergio Mattarella per chiedere che presto l'Italia si doti di una legge sul testamento biologico, in modo che ogni individuo possa effettuare una libera e consapevole scelta sul proprio "fine vita". 

Un commosso "ciao Sergio" saluta il presidente della repubblica alla fine del video. Fabiano si è rivolto all'Associazione Luca Coscioni, che si batte tra l'altro proprio per l'eutanasia legale e ha depositato in parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare sulle "disposizioni anticipate di trattamento", il testamento biologico appunto. Ma la proposta di legge non è ancora stata discussa dall'aula, nonostante siano passati ben tre anni e mezzo. 

Nel Paese, però, è da molto più tempo che si discute dell'argomento. Il caso Welby è di dieci anni fa, il caso Englaro di otto anni fa. Eppure ancora una volta si rischia un rinvio: Mario Marazziti, presidente della commissione affari sociali della camera dei deputati, si è detto disponibile a chiedere a Laura Boldrini, presidente della camera, di rinviare l'esame del provvedimento, previsto ora per il 30 gennaio.

«Rinviare ulteriormente equivarrebbe a cedere a chi vuole far saltare il provvedimento anche in questa legislatura», è il commento di Marco Cappato, tesoriere dell'assiciazione Luca Coscioni, che ricorda come la durata della legislatura, teoricamente fino al 2018, «è tutt'altro che garantita» e per giunta la seconda lettura del senato «sarà certamente difficile» per via dei numeri più incerti a favore del biotestamento.

«Vicende come quella di Fabo, che si è rivolto a noi per terminare la propria vita e al presidente Mattarella per chiedere una legge, ci ricordano che 'i malati non possono aspettare', come ricordava Luca Coscioni. Il parlamento si assuma la responsabilità di decidere, in un modo o nell'altro, ma un ulteriore rinvio avrebbe conseguenze devastanti per molte, troppe persone», conclude Marco Cappato.

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