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Cronaca

Tifoso ucciso negli scontri per Inter Napoli: revocati domiciliari a ultrà, obbligo dimora

Novità per Fabio Manduca, il tifoso partenopeo che travolse e uccise, Daniele Belardinelli

Sono stati revocati gli arresti domiciliari ma non potrà lasciare il comune dove risiede Fabio Manduca, l'ultrà napoletano condannato, con rito abbreviato, a 4 anni di reclusione per omicidio stradale per aver investito a morte con un suv il tifoso del Varese Davide Belardinelli durante gli scontri prima della partita fra Inter e Napoli del 26 dicembre 2018 a San Siro.

A deciderlo è stato il gup Carlo Ottone De Marchi in veste di giudice dell'esecuzione penale. Per la vicenda Manduca, che vive in provincia di Napoli, era stato ritenuto dalla Procura di Milano responsabile di omicidio volontario, ma il gup De Marchi, con la sentenza che risale allo scorso 30 novembre, non ha accolto tale ricostruzione.

L'omicidio stradale

Fabio Manduca, il tifoso partenopeo che travolse e uccise, mentre era alla guida del suo suv, il 39enne Daniele “Dede” Belardinelli era animato “dall’intento di darsi alla fuga”. Tant’è vero che il suo atteggiamento “non sembra proiettato con significativa decisione verso la deliberata commissione dell’illecito”.

Per questo Manduca è stato giudicato colpevole di omicidio stradale e non di omicidio volontario, come era stato chiesto dalla Procura di Milano. Il gup Carlo Ottone De Marchi lo precisa in un passaggio delle motivazioni della sentenza che il 30 novembre scorso portò alla condanna di Manduca a 4 anni di carcere per omicidio stradale, contro i 16 chiesti per lui dai pm Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri per omicidio volontario con dolo eventuale. 

Il tifoso partenopeo travolse  Belardinelli durante gli scontri tra ultrà scoppiati il 26 dicembre 2018 vicino allo stadio di San Siro prima della partita di campionato tra Inter e Napoli. Dopo un agguato degli ultrà interisti.

Il giudice ha riqualificato il reato contestato dalla procura perché, “contrariamente a quanto rappresentato dall’accusa”, non ci sono prove sulla “volontà dolosa” di Manduca che investì Belardinelli con una condotta “connotatata da colpa da previsione e non da dolo”.

Dopo “l’agguato sulla strada da parte dei tifosi interisti”, Manduca reagì con “un comportamento repentino e impulsivo” e, con “una grave disattenzione”, cercò di “abbandonare al più presto la situazione di guerriglia venuta a crearsi con l’invasione della carreggiata da parte dei tifosi” nerazzurri. La sua condotta, “per quanto imprudente”, non fu dunque volontaria.

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