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Il sequestro

I cappelli e le sciarpe "made in Italy" prodotti tra Cina e Turchia

La scoperta dei finanzieri torinesi: perquisito un deposito anche nel Milanese. Otto imprenditori nei guai. 300mila accessori sequestrati

Erano molto probabilmente confezionati all'estero (in Ucraina, Cina, Turchia e Romania) e poi importati, ma avevano l'etichetta "made in Italy". Si tratta di accessori d'abbigliamento (calzature, sciarpe e cappelli) scoperti dalla guardia di finanza nelle scorse settimane in alcuni centri commerciali di Torino, facenti parte della grande distribuzione organizzata. 

Tra scritte e bandiere tricolori, i prodotti richiamavano chiaramente un'origine italiana, ma, molto probabilmente, la provenienza sarebbe extracomunitaria. Su questo sono in corso le verifiche. Se fosse confermata la reale provenienza, i simboli e le scritte sarebbero state apposte illecitamente, ingannando la buona fede dei consumatori.

Le indagini hanno portato i finanzieri a perquisire vari depositi nelle province di Torino, Milano (esattamente a Cormano), Treviso e Padova, da cui è nato il sequestro di 300mila accessori. Secondo alcuni calcoli, i prodotti, se messi in vendita, avrebbero procurato un profitto ingiusto di più di sette milioni di euro. Tra i prodotti sequestrati figurano anche centinaia di guanti sui quali sarebbe stata apposta illecitamente la marchiatura "vera pelle".

Otto gli imprenditori denunciati all’autorità giudiziaria (procede la procura di Torino). Rispondono del reato di frode in commercio.

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