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Cronaca

"Fatima lanciò un proclama a favore del terrorismo": le motivazioni della condanna

I giudici d'Appello si riferiscono a una conversazione via Skype

Fatima, alias Maria Giulia Sergio, la prima foreing fighter italiana condannata in contumacia per terrorismo internazionale (nel frattempo si è trasferita in Siria col marito), lanciò un proclama terroristico in sostegno allo stato islamico del levante (cosiddetto Isis) parlando nel 2015 su Skype con la sorella. 

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Lo si legge nelle motivazioni con cui la corte d'Appello di Milano ha confermato la condanna a nove anni di carcere. Fatima viveva a Inzago, in provincia di Milano, con la sua famiglia: ma nel mese di autunno del 2014 era partita per la Siria con Aldo Kobuzi, il marito albanese, e di lei non si sa più nulla. Per lui l'Appello ha confermato la condanna a dieci anni. 

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Le forze dell'ordine, con un blitz a luglio 2015, hanno arrestato la sorella Marianna (recentemente condannata in Cassazione a cinque anni e quattro mesi) e i loro genitori, il padre Sergio Sergio e la madre Assunta Buonfiglio. L'intera famiglia, secondo le indagini, sarebbe stata in procinto di partire per raggiungere Fatima in Siria. Un viaggio che veniva preparato da mesi. 

I genitori sono nel frattempo deceduti: la madre a ottobre 2015, prima dell'inizio del processo, per complicazioni post-operatorie. Il padre a novembre 2017, dopo una condanna a quattro anni di carcere. Per lui i giudici hanno riconosciuto le pressioni subite dalle figlie e anche alcuni ripensamenti durante i mesi di preparazione del viaggio, che secondo quanto dichiarato da Marianna sarebbe stato organizzato soprattutto perché Fatima era malata (e, ha aggiunto la sorella, "potrebbe essere anche già morta").

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