Truffata di 3mila euro, s'ammazza per la vergogna avvelenandosi
Filomena A., 71 anni, lo scorso 6 dicembre era stata truffata di 3mila euro. Le avevano fatto credere che il figlio avesse fatto incidente: muore dopo un mese di agonia
Una storia tremenda. Che non può non lasciare un macigno di rimorso anche al più perfido dei truffatori. Una donna di Burago Molgora (Monza e Brianza) di 71 anni, Filomena A., è morta al centro antiveleni di Niguarda dopo un mese di sofferenze. Aveva ingoiato un intero flacone di gel per pulire tubature di sanitari. Era stata operata più volte al fegato e all'esofago: ma non c'è stato nulla da fare.
La signora, benvoluta e conosciuta da tutti in paese, era stata truffata di circa 3mila euro. Non ha retto alla vergogna e al dolore di aver dato fuoco a tutti i risparmi che erano in casa. Il fatto era accaduto la prima settimana di dicembre. Avvicinata da due uomini ben vestiti e affabili davanti al sagrato della chiesa, le viene detto che uno dei figli (in famiglia ci sono due femmine e tre maschi) aveva avuto un piccolo incidente stradale: nulla di grave, dicono i malviventi con calma e pacatezza, ma la loro auto ha avuto un danno di circa 3mila euro.
La donna è un po' spaesata, e vuole riparare al sinistro. Va in casa, racimola tutto quello che trova e consegna agli uomini circa 3mila euro. Poi chiama il figlio. "No mamma, sto bene, non ho fatto nessun incidente. Perchè?". Il mondo le crolla addosso. Il ragazzo cerca di tranquillizzarla: "Non preoccuparti, fa nulla, chiamiamo la polizia". Ma per lei il dolore è troppo insopportabile. Tenta il suicidio.
Viene traspostata all'ospedale di Vimercate, gravemente intossicata, e poi al Niguarda; si alternano settimane di speranze e di ricadute. Sembra ce la possa fare, ma dopo le operazioni il suo fisico indebolito si spegne.