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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Duomo / Via Larga

L'assurda storia delle batterie scambiate per 'bombe'

Per una serie sfortunata di coincidenze si è creduto che si trattasse di due ordigni e alcune vie del centro sono rimaste paralizzate per ore mentre gli artificieri erano al lavoro

Tutto è iniziato con la chiamata di un automobilista al 112: "C'è un pacco in strada che ha preso fuoco, potrebbe essere una bomba". Da qui parte la surreale vicenda delle batterie di una bicicletta elettrica che sono state scambiate per ordigni. Ve la raccontiamo bene. 

Allarme bomba in centro a Milano: non erano ordigni ma batterie della bici

Ore 8.45 di venerdì 9 settembre. Un ragazzo sudamericano stava guidando lungo via Larga, quando ha visto un ciclista sul lato opposto fermarsi per un attimo e subito dopo scappare mentre qualcosa sulla carreggiata produceva una fiammata "alta come i cartelli stradali", come ha ricordato lui stesso. Quando lavorava in aeroporto il ragazzo aveva seguito corsi per individuare possibili ordigni e nel vedere quella strana catena di pile al lato della strada non ha molti dubbi. Si tratta di una bomba. 

Video: il momento dell'esplosione controllata

In una manciata di minuti sul posto arrivano polizia di Stato, vigili del fuoco, nucleo artificieri, polizia locale e carabinieri. Oltre al presunto ordigno segnalato dal ragazzo, all'altezza dell'incrocio con via Albricci, vedono un pacco di cartone sigillato con dello scotch marrone appoggiato alle vetrine della compagnia Moby Tirrenia, che in passato aveva subito attacchi per aver fornito le proprie navi per la quarantena dei migranti, nonché a due passi dalla sede del consolato libanese. Il sospetto che quei due pacchi siano effettivamente degli ordigni 'pirotecnici' e incendiari, si fa ancora più fondato.

L'area viene interdetta al traffico, i mezzi deviati. Chi prova ad avvicinarsi a piedi viene subito bloccato dai poliziotti che urlano di non avvicinarsi per nessun motivo. Intanto gli artificieri si mettono al lavoro sul secondo pacco, quello che è ancora chiuso e che, si tema, potrebbe prendere fuoco o addirittura esplodere da un momento all'altro. Ore 11.30, la scatola viene fatta brillare con una prima esplosione controllata. All'interno ci sono batterie collegate da fili elettrici come quelle bruciate per strada e due bombine, sempre di filo.

Ore 12.20, una seconda esplosione controllata rimbomba per tutta la via. Nell'aria si respira la tensione. Gli artificieri sono convinti che si tratti di uno 'ied', acronimo di improvised explosive device, ovvero di un ordigno fatto in casa, costruito in modo artigianale. Ai giornalisti che chiedono spiegazioni la Digos spiega che sul secondo pacco è stata trovata una scritta in arabo e un numero di telefono. Il caso è già nelle mani dell'antiterrorismo, anche se il pm Alberto Nobili che coordina le indagini non si sbilancia sul possibile movente.

Ma cosa dice la scritta? La prima traduzione divulgata, che si è poi rivelata errata, è "scatta tra tre minuti". Si fa subito strada la pista di un atto intimidatorio nei confronti di Moby Tirrenia, 'colpevole' di aver prestato le sue navi per tenere i migranti in isolamento durante il periodo della pandemia. Sul posto, ora che i pacchi possono considerarsi inoffessivi (anche se in realtà lo sono sempre stati), la scientifica inizia a effettuare i primi rilievi. Nei pacchi, trapela quasi subito, c'erano anche due temporizzatori (una sorta di timer). Il ragazzo che per primo ha lanciato l'allarme è addirittura convinto che la situazione sia stata inizialmente sottovalutata. Procura e polizia spiegano però che nessun tipo di materiale esplosivo è stato ritrovato nei due pacchi.

Oltre alla scritta in arabo, la cui traduzione corretta, "si scarica in 3 minuti", è arrivata solo a distanza di ore, sulla seconda scatola c'era anche un numero di telefono. Quando gli inquirenti riescono a contattarlo, arriva la svolta nelle indagini. Ore 20.45, una nota della questura riferisce cosa è stato scoperto. Il numero appartiene a un uomo nigeriano, il quale riconosce il contenuto dei due pacchi come le batterie della sua bici elettrica, che aveva portato a riparare perché si scaricavano subito. La scritta in arabo non era il messaggio di un bombarolo, ma semplicemente l'appunto del negoziante egiziano per ricordarsi il problema delle batterie in riparazione.

Rewind di dodici ore. Alle 8.40, un fattorino che stava aiutando il commerciante con delle consegne, era di passaggio in via Larga quando uno dei due pacchi che stava trasportando gli è caduto, ha iniziato a scoppiettare e ha preso fuoco. Preso dal panico, ha abbandonato anche il secondo pacco, con all'interno sempre delle batterie, ed è scappato. Nel frattempo l'automobilista che ha chiamato il 112 assisteva alla scena, col sospetto che quel rider potesse essere una specie di nuovo unabomber. Per il suo gesto irresponsabile, che ha paralizzato per ore la zona, il fattorino ora è indagato per procurato allarme.

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