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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Cenisio Monumentale / Via Luigi Nono

Assolto il fondatore del centro culturale occupato: "Fare cultura non è reato"

Finito il processo a Tommaso Dapri, il fondatore del "Tempio del futuro perduto" di Milano

Lì è stato creato il "muro della gentilezza", dedicato a chi è meno fortunato, a chi non ha niente. Lì sono stati organizzati decine di eventi gratuiti per tutti. Lì è nata una mediateca sociale, anche quella completamente gratuita, con oltre 10mila libri. Ma soprattutto lì non è stato commesso alcun reato. 

È stato assolto Tommaso Dapri, il fondatore del "tempio del futuro perduto" di Milano, il centro culturale nato negli spazi della fabbrica del vapore, occupati, di via Luigi Nono. Dapri, difeso dall'avvocato Ilaria Totaro, era stato rinviato a giudizio con le accuse di invasione di terreni di proprietà pubblica e per apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo e intrattenimento. Lunedì, la giudice Patrizia Costa della sesta sezione del tribunale meneghino ha emesso la sentenza di assoluzione, accolta con gioia da alcuni simpatizzanti del centro che si erano riuniti fuori dal palazzo di giustizia meneghino per un flash mob di solidarietà. 

Nel corso dell’udienza precedente, il 7 febbraio, si era tenuta la requisitoria del pubblico ministero, che aveva chiesto la condanna a 2 anni e 3 mesi più 400 euro di multa, e la discussione della difesa, che aveva sottolineato la mancanza dell’elemento soggettivo del reato in quanto lo scopo dell'occupazione non era da ricercarsi nel profitto ma nello svolgere opere di rigenerazione urbana e beneficienza, tanto che effettivamente gli spazi che ora ospitano il "Tempio del futuro perduto" sono stati sistemati e messi a nuovo dagli stessi attivisti. 

“L'emozione per una sentenza che definirei coraggiosa, oltre che giusta, è indescrivibile - ha commentato Ilaria Totaro -. La mia enorme felicità è rivolta a Tommaso e a tutti i ragazzi del Tempio del futuro perduto, ma in generale a tutti i giovani che si impegnano ogni giorno per diffondere cultura, gentilezza e solidarietà. Finalmente abbiamo avuto un giudice milanese che ha capito che fare cultura non è reato. Si tratta di una sentenza che sicuramente segnerà un punto di svolta per la città di Milano, e si spera, non solo. Ora spetta alle forze politiche riconoscere questa grande conquista del diritto di diffondere cultura", l'auspicio del legale.
 
“Si tratta di un precedente importante - le ha fatto eco Tommaso Dapri -, che proietta finalmente Milano in una dimensione europea che ha da tempo sdoganato esempi di rigenerazione urbana di spazi abbandonati da parte di collettivi giovanili perché vengano restituiti ai cittadini sotto forma di centri culturali inclusivi, in grado di offrire attività sociali e culturali di alto livello. Ci tengo a ringraziare tutte le persone che mi hanno accompagnato in questa lotta congiungendo il loro futuro al mio. Ringrazio anche la giustizia, che per la prima volta nella mia vita mi ha fatto sentire fiducioso di essere italiano. Infine un enorme grazie ai cittadini di Zona 8, che ci hanno accolto e supportato insieme alle centinaia di migliaia di persone che sono venute a trovarci in questi quattro anni di attività, tra mostre, mercati, spettacoli, corsi di formazione, talk culturali e politici o che hanno portato il loro dono al muro della gentilezza”.

“Questa sentenza - ha concluso il 'papà' del centro culturale - è una boccata di speranza per tutti i giovani milanesi, ai quali si prospettano all’orizzonte nuove forme di fruizione della città. Per questo motivo, nei prossimi giorni, la nostra realtà cambierà finalmente nome, come auspicato quattro anni fa, diventando Tempio del futuro".

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