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Cronaca

Fondazione memoriale della Shoah di Milano: verranno accolti 35 profughi

Fino al 15 settembre, ogni notte 35 persone troveranno riparo "negli spazi che furono una volta simbolo di indifferenza"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

Fino al 15 settembre, ogni notte 35 persone troveranno riparo negli spazi che furono una volta simbolo di indifferenza. La vicesindaco Anna Scavuzzo: "Milano sta mostrando a tutta Europa che l'accoglienza e la solidarietà sono pratiche di tutti i giorni, non solo dichiarazioni formali"

Per la terza estate consecutiva, la Fondazione Memoriale della Shoah di Milano mette a disposizione i propri spazi per l'accoglienza, ogni notte, di 35 persone. Dal 2015, anno in cui questo progetto di accoglienza ha avuto inizio, il Memoriale ha offerto riparo e asilo a 6.350 profughi - uomini, donne, bambini - provenienti da Eritrea, Siria, Sudan ed altri 23 Paesi, mettendo a loro disposizione brandine fornite dalla Protezione Civile, pasti caldi e servizi igienici, oltre al calore e alla disponibilità dei volontari della Comunità di Sant'Egidio, responsabili della gestione operativa dell'accoglienza.

"È proprio in momenti storici come questo, in cui è sempre più difficile e sempre più necessario dare risposte alle necessità delle persone che migrano per trovare condizioni di vita dignitose e costruire società che le sappiano accogliere davvero, senza pregiudizi e paure, ma riconoscendone bisogni e diritti propri di tutti gli uomini, che si identifica lo spirito vero di un Paese e di una città. L'Italia e Milano in particolare, grazie all'eccezionale collaborazione tra istituzioni pubbliche, terzo settore e società civile, stanno mostrando a tutta l'Europa che l'accoglienza e la solidarietà sono pratiche politiche e amministrative di tutti i giorni, che danno concretezza alle dichiarazioni talvolta formali in trattati internazionali" ha affermato la vicesindaco Anna Scavuzzo. L'accoglienza è ripartita domenica 16 luglio e si protrarrà per l'intera estate, fino al 15 settembre, grazie ad un'apertura serale straordinaria del Memoriale, che è infatti attualmente chiuso alle visite del pubblico per la pausa estiva.

"La decisione di ripetere per il terzo anno l'esperienza dell'accoglienza all'interno di questi spazi conferma il grado di sensibilità e coinvolgimento della Fondazione Memoriale della Shoah, della Comunità Ebraica di Milano e della Comunità di Sant'Egidio verso quest'emergenza che interessa l'Europa, l'Italia e noi tutti. Sentiamo il dovere morale di fare sentire a casa chi dalla propria casa è dovuto fuggire. Anche perché le mura del Memoriale raccontano migliaia di storie di fuga, di angoscia, di indifferenza: quella stessa indifferenza raccontata, e denunciata, dalla scritta che campeggia nell'atrio del Memoriale", ha commentato Roberto Jarach, Vicepresidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano.

Stefano Pasta, della Comunità di Sant'Egidio, ha dichiarato: "All'annuncio dell'accoglienza al Memoriale della Shoah, anche quest'anno sono centinaia le persone che ci hanno contattato per aiutare in tanti modi. Se la xenofobia e l'ostilità possono essere contagiose, la solidarietà lo è altrettanto. Dal 2013, a fronte dell'emergenza profughi, assistiamo a due Europe: da un lato l'Europa dei muri, dei fili spinati, dei respingimenti e di chi è indifferente ai morti in mare; dall'altro l'Europa dei tanti che vogliono aiutare in modo solidale i profughi. Sono due Europe entrambe vere, anche se paradossalmente opposte. Con l'accoglienza dei profughi, nata dall'insegnamento della scritta 'indifferenza' all'ingresso del Memoriale, vogliamo contribuire a costruire l'Europa dei ponti e non dei muri". Il Memoriale sorge laddove tra il 1943 e il 1945 migliaia di ebrei, rastrellati in città e nella regione, furono caricati su vagoni merci e agganciati ai convogli diretti a Auschwitz-Birkenau, Bergen Belsen e ai campi italiani di raccolta, come Fossoli e Bolzano. Dagli stessi binari partirono anche numerosi deportati politici, destinati al campo di concentramento di Mauthausen o ai campi italiani.

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