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Affaire camici, fissata l'udienza per Fontana e gli altri indagati

Il governatore della Regione finirà davanti a giudici nella giornata di venerdì 18 marzo

È stata fissata per venerdì 18 marzo l'udienza preliminare a carico del governatore della Lombardia Attilio Fontana, indagato nell'inchiesta sull'affidamento da parte della Regione della fornitura da circa mezzo milione di euro di camici e altri dispositivi di protezione individuale a Dama, società del cognato Andrea Dini.

Fontana è indagato per frode nelle pubbliche forniture. L'udienza preliminare riguarda anche, oltre lo stesso Dini, Filippo Bongiovanni ex dg di Aria, Carmen Schweigl dirigente della stessa società e Pier Attilio Superti, vicesegretario generale del Pirellone.

L'indagine per camici e il processo di Fontana

L'indagine vede al centro della vicenda una fornitura di 75mila camici che in piena emergenza covid Fontana cercò - il 19 maggio 2020 - di "risarcire" a titolo personale al cognato bonificando 250mila euro, quasi l'intero valore della merce consegnata da Dini alla Regione. Una mossa, si legge nella chiusura indagine, fatta "allo scopo di tutelare l'immagine politica del presidente della Regione Lombardia, una volta emerso il conflitto di interessi derivante dai rapporti di parentela" con il fornitore. 

La singolare causale ('Acconto fornitura camici a favore di Aria spa') e la cifra rilevante dell'operazione fecero però scattare una segnalazione a Banca d'Italia e quindi alla procura milanese, titolare dell'indagine. Fontana, inizialmente propenso a farsi sentire dai magistrati, ha poi declinato l'invito "riservando - ha spiegato il suo difensore, l'avvocato Jacopo Pensa - le proprie difese alle fasi processuali successive di fronte a giudici terzi". 

La chiusura delle indagini risale alla fine dello scorso luglio e gli indagati, che inizialmente avevano chiesto di essere interrogati, hanno rinunciato all'esame, ma hanno depositato memorie. L'inchiesta ha visto lo stralcio in vista dell'istanza di archiviazione del capo di imputazione in cui solo Dini e Bongiovanni rispondono di turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente.

Di camici ne vennero consegnati in realtà solo 50mila, in quanto venne a galla il conflitto di interessi poiché Dama è società del cognato di Fontana. Per questo la fornitura fu trasformata in donazione, con la conseguenza, secondo la ricostruzione degli inquirenti, che l'ordine non venne perfezionato per la mancata consegna di un terzo del materiale, cosa che ha portato i pm a formulare l'accusa di frode in pubbliche forniture. Ora la parola passa al gup.

"Tutto come volevasi dimostrare. Non c'è nulla di sorprendente dal momento che non è stata accolta la nostra richiesta di archiviazione. D'ora in poi avremo a che fare con un giudice davanti al quale ci difenderemo seduti allo stesso livello dell'accusa. Fontana è certo della sua estraneità alle vicende contestate". Così l'avvocato Jacopo Pensa che, assieme a Federico Papa, ha commentato la richiesta di rinvio a giudizio.

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