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Cronaca

Morto l'architetto e designer Francesco Trabucco, padre dell'aspiratutto di Alfatec

Fra i suoi progetti più famosi la lampada Bliz per Stilnovo, e una serie di prodotti per Vortice

Francesco Trabucco, architetto e designer, è morto a Milano. Trabucco non aveva ancora compiuto 77 anni. È stato vincitore di premi internazionali, fra cui due compassi d'oro, con opere che si trovano nelle collezioni di grandi musei internazionali come il Moma di New York, curatore per due volte della sezione italiana della Triennale di Milano e fra i fondatori della Scuola del Design del Politecnico di Milano.

Chi era Francesco Trabucco

Si laurea nel 1969 al Politecnico di Milano con una tesi di argomento architettonico che, iniziata con Marco Zanuso, si conclude con Alberto Roselli. Durante gli studi universitari ha coltivato diversi interessi come la fotografia, lavorando tra l’altro per la rivista Casabella e per il Teatro san Babila a Milano, e la pittura partecipando a mostre collettive.

Frequentando la facoltà di architettura di Milano, ha attraversato gli eventi del 1968 partecipando attivamente ai moti studenteschi, restando tuttavia prevalentemente interessato alle tematiche del rinnovamento delle discipline della architettura, del design e della urbanistica.

Prima della laurea ha condotto diverse esperienze lavorative. Con Bruno Munari e Lorenzo Forges Davanzati ha partecipato al progetto “Struttura Abitabile Globale” per l’edizione del 1969 della Triennale di Milano. Con Piero Ranzani ha collaborato alla stesura del Piano Regolatore Generale di San Vito Chietino e Fossacesia a Mare.

Con il gruppo GPA ( Piero Ranzani, Anna Anfossi, Francesco Indovina) al progetto urbanistico per lo sviluppo della valle del Goceano in Sardegna (piano alternativo agli insediamenti petroliferi di Ottana).

Fra i suoi progetti più famosi quello del bidone aspiratutto di Alfatec e la lampada Bliz per Stilnovo, e una serie di prodotti per Vortice.

"Io non mi sono mai posto come un maestro. In qualche modo - ha raccontato in una intervista - anzi in un videoritratto realizzato dagli studenti del Laboratorio di Progetto della Comunicazione Visiva del Politecnico - si insegna solo quello che si è. È impossibile mentire. E si insegna con quello che si sa. Progettare significa sempre immaginare qualcosa che non c'è, vuol dire sempre costruire un pezzo di futuro, materializzarlo. Il nostro lavoro di progettisti - ha spiegato - è di costruttori di futuro". 

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