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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Chiuse le indagini sul Frecciarossa deragliato: in 15 verso il processo

Nell'incidente, avvenuto il 6 febbraio 2020, avevano perso la vita due macchinisti

Disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Sono questi i reati contestati dalla Procura di Lodi all'esito delle indagini sul deragliamento del Frecciarossa, a Ospedaletto Lodigiano, che il 6 febbraio 2020 provocò la morte di due macchinisti, oltre al ferimento di 10 passeggeri. Quindici le persone verso il processo, tra cui Maurizio Gentile, ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana, e Michele Viale, presidente e ad di Alstom Ferroviaria.

A risultare indagati nell'ambito dell'inchiesta alcuni dirigenti di Alstom come Maurizio Pula nel cda di Alstom e responsabile del segnalamento ferroviario dell’unità produttiva di Firenze, e Tiziana Impera e Francesco Muscatello, all’epoca rispettivamente direttore per l’Italia della sicurezza funzionale e System Program Manager sempre di Alstom. In base a quanto ricostruito dei magistrati, la causa del deragliamento sarebbe stata la posizione sbagliata di uno scambio, dovuta a "un difetto di produzione presente all’interno" di una sua componente, "l'attuatore telaio aghi" fornito da Alstom a Rfi. Scambio "interessato poco prima" dell’incidente "da lavori di manutenzione programmata".

Frecciarossa deragliato: morti due macchinisti

Nell'incidente erano morti entrambi i macchinisti presenti nella cabina di guida: Giuseppe Cicciù, 52enne di Reggio Calabria, e Mario Dicuonzo, 59 anni. Le due vittime erano proprio a bordo della motrice.

Il Frecciarossa 1000, che, come scrivono i pm, aveva "ricevuto il segnale di via libera per viaggiare sul corretto tracciato alla massima velocità" sarebbe deragliato a Livraga, nel Lodigiano, per via dello scambio trovato aperto e che sarebbe dovuto invece essere chiuso.

L'indagine sull'incidente, che ora risulta chiusa, cita condotte omissive e di "negligenza e imperizia" nei controlli oltre che di "violazione delle norme anti-infortunistiche e inerenti la sicurezza della circolazione ferroviaria". L'ex ad di Rfi, Gentile, viene messo in luce, non avrebbe adottato "le misure di prevenzione necessarie atte a garantire l’integrità fisica dei lavoratori di Trenitalia spa e di tutti i viaggiatori sui treni percorrenti la linea" di alta velocità "binario dispari Milano - Salerno".

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