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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Maxi frode fiscale da 34 milioni. Il sistema dell'evasione 'chiavi in mano'

L'operazione della guardia di finanza. Le indagini sono durate due anni

Una frode fiscale da 34 milioni di euro è stata scoperta dalla guardia di finanza di Varese. L'indagine, durata circa due anni e diretta dalla procura di Busto Arsizio (pm Nadia Calcaterra), ha portato a tre arresti e perquisizioni nelle province di Varese, Milano, Brescia, Como, Monza, Lodi, Pavia, Novara, Treviso e Agrigento. Sono stati sequestrati 260 mila euro in contanti e quaranta carte di credito.

La frode avveniva attraverso la collaudata tecnica delle società 'cartiere', con cui gli indagati emettevano fatture per operazioni in realtà inesistenti e, ricevuto il pagamento, provvedevano a 'retrocedere' il denaro in contanti ai propri 'clienti', beneficiari delle fatture false, facendosi corrispondere una provvigione dal 5 all'8%.

Gli arrestati sono due donne e un uomo, residenti tra Cantù, Trecate e Cernusco. Secondo quanto emerso, il loro 'guadagno' sarebbe stato di oltre tre milioni di euro. Tutto è partito da una società di Castellanza con importanti flussi di denaro ma senza le operazioni tipiche delle imprese reali: spese per utenze, stipendi e così via.

Sono settanta le aziende sotto indagine: secondo le stime, dal 2017 al 2021 hanno beneficiato di trenta milioni di euro di fatture per operazioni inesistenti e di quattro milioni di evasione dell'Iva. Nel corso dell’esecuzione del provvedimento, le fiamme gialle hanno perquisito abitazioni ed aziende con il supporto di tre unità cinofile 'antivaluta' (cash-dog) e con l’ausilio di scanner di ultima generazione per rilevare la presenza di denaro contante nascosto nei luoghi nella disponibilità dei tre soggetti arrestati. Proprio durante tali operazioni di ricerca delle banconote, sono state trovate oltre 40 carte di credito usate per ritirare il contante e nascoste in un’intercapedine, 260 mila euro in contanti, insieme ad orologi di pregio quali Rolex e Cartier.

Le segnalazioni per operazioni sospette

Fondamentale lo strumento delle segnalazioni per operazioni sospette, in gergo 's.o.s.', che ha consentito agli investigatori di intercettare alcune società 'missing traders' che limitavano la loro esistenza a un periodo di tempo brevissimo, funzionale a creare l'evasione, per poi sparire senza lasciare traccia. Le fatture fittizie erano giustificative di bonifici bancari ricevuti dai 'clienti' a cui poi veniva restituito il denaro contante al netto della provvigione. 

A capo delle società vi erano numerosi prestanome. Il modus operandi è stato ricostruito con analisi dei tabulati telefonici, indagini bancarie, intercettazioni telefoniche ed ambientali, pedniamenti. Il meccanismo consentiva a varie società di conseguire risparmi fiscali, ma anche a singole persone di 'ripulire' denaro di dubbia provenienza.

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