Rombo di motori e campane, migliaia di persone per l'ultimo saluto a Christian
Donzello, 16 anni, è morto dopo uno schianto in sella alla sua moto a Biassono. La chiesa gremita e migliaia di persone anche fuori. La strada è stata bloccata a lungo: erano in tantissimi, in sella alle moto, riuniti per dire addio
Le campane e il rombo dei motori. Lacrime e applausi. Caschi, dolore e silenzio. Migliaia e migliaia di persone venerdì pomeriggio hanno affollato la chiesa parrocchiale di San Rocco, a Monza, per dare l'ultimo saluto a Christian Donzello, il 16enne morto in un tragico schianto in moto a Biassono (Mb). C'erano così tanti amici, parenti, compagni di scuola e di vita da non riuscire a trovare posto tra le navate e da riempire il sagrato, il cortile della parrocchia e anche la strada, bloccando il traffico del quartiere. E per qualche ora anche Monza si è fermata per l'ultimo viaggio del 16enne. A stringersi attorno al dolore di mamma Loredana, papà Massimo e della sorella Valentina c'era tutta la comunità.
L'ingresso in chiesa della salma in una bara bianca è stato accompagnato dal rombo delle moto con una nuvola di gas che si è alzata dai motori delle centinaia e centinaia di motociclette che si sono radunate fuori dalla chiesa. Poi le parole della sorella Valentina: "So che volerai e lo farai veloce come sempre. So che nonna ti sta aspettando. Quattro ruote portano il corpo, due ruote portano l'anima. Ti amerò per sempre, tua sorella".
Una giovane vita spezzata e un dolore straziante per cui ha provato a trovare parole di conforto il parroco don Pierangelo Motta nell'omelia. "Siamo in tanti a voler dare ultimo saluto a Cristian", ha detto commentando la lettura del vangelo secondo Marco scelto per la funzione che narra dell'incontro di un giovane sulla strada con Gesù a cui rivolge domande sul senso della vita. "Lo sguardo di Gesù verso quel giovane è lo sguardo che accoglie con grande tenerezza la vita di Christian tragicamente tolta".
"Avvertiamo tutti quanti un grande senso di smarrimento del cuore quando le circostanze della vita ci costringono a misurarci con la morte e il dolore. E soprattutto davanti a una morte giovane e inattesa. Ogni parola che possiamo pronunciare sembra inutile. Sarebbe opportuno rimanere in silenzio con lacrime agli occhi e una profonda pena nel cuore - ha continuato il sacerdote -. C'è tanto dolore, tristezza e magari in molti anche tanta rabbia. Tutto si ridurrebbe qui ma c'è qualcosa che non fa scomparire il dolore o il pianto ma contribuisce a dare un senso al vuoto e al distacco. Dobbiamo tutti anche se con fatica credere che questa morte non è la fine di tutto ma l'inizio di un mistero grande anche se non comprensibile e di un amore. Affidiamo Christian al Signore perché possa ritrovare la vita vera e in questo atto di fede noi celebriamo la vita nuova di Christian".
In chiesa è risuonato un lungo applauso quando il parroco ha condiviso con la comunità la scelta della famiglia in merito alla decisione di donare gli organi. E ancora, commentando il vangelo, don Pierangelo ha detto "ci si interroga su quella strada sul perché della sofferenza e della morte. Ci viene chiesto di sperare contro ogni speranza". E mentre la funzione ancora non era finita, fuori, insieme alla campane, è tornato a risuonare il rombo dei motori: la strada si è riempita di moto. Amici, compagni di strada e di vita che hanno voluto far arrivare a Christian l'ultimo boato di gas. Per salutarlo così, con il suono che amava di più. E lacrime e applausi sulle note di 'Another Love'.
Poi il rumore leggero di palloncini rossi e blu che insieme a una mini moto gonfiabile sono saliti verso il cielo. Lievi, sempre più lontani e piccoli. Lì, dove nulla ha più corpo ma solo anima. Lì dove adesso, per sempre, nel cuore di chi l'ha conosciuto, ci sarà anche Christian.