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Cronaca

Lea Garofalo, Pisapia: "Un esempio per i più giovani"

Le parole del sindaco di Milano e del presidente di Libera, don Luigi Ciotti, alla cerimonia funebre della testimone di giustizia fatta assassinare dall'ex compagno

"Non è stato un incidente a causare la morte di Lea, non è stata una malattia, è stata la violenza di alcuni uomini, di quelli che gli erano più vicini. Lea ha voluto uscire dalla gabbia che la teneva prigioniera, sapeva che rischiava tutto, nonostante questo ha avuto il coraggio di ribellarsi. Una donna che è un esempio per tutti, soprattutto per i giovani”.  Queste le parole del sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, durante le esequie laiche di Lea Garofalo, che si sono svolte sabato mattina in piazza Beccaria.

"Oggi diciamo ad alta voce ‘vedo sento parlo’ come si legge nelle bandiere che hanno riempito la piazza", ha continuato Pisapia: "La figlia di Lea, Denise, ha voluto che la cerimonia si tenesse a Milano, la città dove Lea ha cercato un futuro migliore e dove ha trovato il coraggio di diventare testimone di giustizia”. Il comune è parte civile nel processo contro gli assassini della donna.

Intervento anche del presidente di "Libera", don Luigi Ciotti, che si è rivolto "ai tanti giovani inghiottiti dalle organizzazioni mafiose: contribuite a cercare la verità". Don Ciotti ha ricordato il dolore per "non essere riusciti a salvare" la donna, testimone di giustizia fatta uccidere - secondo il processo - dal suo ex convivente. Il sacerdote ha ricordato il "codice del silenzio delle mafie", che Lea "ha rotto", avvertendo che "a volte quel codice ce l'abbiamo anche noi: è la nostra mafiosità".

Infine, alla figlia Denise don Ciotti ha detto: "Oggi in realtà la tua mamma è ancora viva, non è morta. La memoria ci sfida all'impegno, ci commuove e ci fa muovere. Noi tutti siamo in debito con te''. E ha concluso: ''Denise, te lo abbiamo promesso, non ti lasceremo mai sola''.

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