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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Gallaratese / Via Bolla

I raid da via Bolla della banda da mezzo milione di euro

In manette 11 persone. La base della banda tra i palazzi occupati di via Bolla

C'era chi si occupava dei sopralluoghi e di scegliere gli obiettivi giusti. C'era chi entrava in azione, rapido e deciso, senza mai - o quasi - commettere errori. C'era chi si occupava di far sparire il bottino, trasformandolo in soldi contanti. E poi c'era chi aveva un compito all'apparenza semplice, ma fondamentale: stare seduto su una sedia e segnalare qualsiasi movimento sospetto. Qualsiasi auto "insolita" che si avvicinasse troppo al covo. Ma nonostante l'impenetrabilità di quel fortino tra i palazzi Aler occupati, dove a "comandare" sono i camper e le famiglie degli occupanti, alla fine gli investigatori hanno trovato il modo di fare breccia e di andare a segno. 

Undici persone - 10 cittadini rom e un italiano, tra i 21 e i 60 anni - sono state arrestate martedì mattina dai carabinieri della compagnia di Sesto San Giovanni, guidati dal maggiore Saverio Sica, in esecuzione di un fermo di indiziato di delitto perché ritenuti responsabili del reato di "associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati e ricettazione". 

I fari degli investigatori sulla banda, specializzata in colpi in ditte edili e grandi magazzini tra Milano e Monza, si sono accesi il 7 gennaio scorso, quando i ladri hanno messo a segno un raid in un'azienda di Paderno Dugnano, facendo sparire un rotolo di rame dal valore di 8mila euro. I militari della tenenza, coordinati dal comandante Salvatore Marletta, erano riusciti a recuperare le immagini delle telecamere di sorveglianza della ditta e degli altri edifici vicini, identificando due furgoni bianchi. 

Video | La banda in azione 

Da uno di quello, facendo riferimento a un vecchio controllo stradale, i carabinieri sono riusciti ad arrivare in via Bolla, scoprendo come quello fosse proprio il covo del gruppo. I 10 rom, infatti, vivevano - anche se non con costanza - in alcune abitazioni occupate o in camper parcheggiati nel cortile, lo stesso cortile dove avvenivano gli incontri preparatori per i colpi e dove la banda si riuniva dopo i blitz, che partivano puntualmente da lì. 

Indagando per tre mesi sui ladri, con tutte le difficoltà di penetrare nel fortino perennemente sorvegliato, i carabinieri sono riusciti anche a ricostruire i ruoli della banda: dai due "selettori" - che si occupavano di effettuare sopralluoghi nelle aziende da colpire fingendo di cercare ferro vecchio - al capo del gruppo, che è stato preso all'alba a Gradisca d'Isonzo, dove era finito nei giorni scorsi perché fermato in giro senza documenti, passando per i banditi che entravano in azione, quasi sempre spaccando gli ingressi delle ditte scelte. 

Da gennaio a marzo, stando al decreto di fermo, la banda è così riuscita a mettere a segno 31 furti, con un bottino che supera il mezzo milione di euro, tra utensili da lavoro, smart tv e metalli pregiati. Dopo i colpi, una volta tornati nel covo di via Bolla, entrava in scena il ricettatore - l'unico italiano del gruppo -, che ritirava la merce direttamente nel cortile tra i palazzi occupati e pagava in contanti al capo. Ad aprile scorso, in due box nel quartiere Figino di proprietà dell'uomo, i carabinieri avevano trovato 409 pezzi di arnesi da lavoro e 6 televisori. Anche quella era una parte del bottino di uno dei tanti colpi della banda di via Bolla. 

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