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Cronaca

Rubano 700 batterie (da 600mila euro) degli scooter elettrici per rivenderle

Scoperti dalla polizia, devono rispondere di associazione a delinquere, furto, ricettazione e riciclaggio. Dodici in manette

Un gruppo ben organizzato che prendeva di mira gli scooter elettrici in sharing di Cityscoot, rubava le batterie e le rivendeva. La polizia lo ha scoperto arrivando ad arrestare 12 italiani pregiudicati, che ora dovranno rispondere di associazione a delinquere, furto, ricettazione e riciclaggio.

Dopo l'indagine durata un anno e coordinata dai pm Antonio Cristillo e Laura Pedio, gli agenti della Squadra Mobile di Milano, condotta da Marco Calì e Vittorio La Torre, hanno eseguito l'ordinanza firmata dal gip Manuela Donadeo effettuando perquisizioni nei confronti di 19 persone, di cui 12 sono finite in manette. Facevano parte di un gruppo che rubava pacchi di batterie degli scooter elettrici dell'operatore Cityscoot, per poi rivenderli, con un ricco giro d'affari: contenendo ioni al litio, sono oggetti molto costosi e ogni moto ne contiene ben 10. Il mercato su cui venderle, poi, è vastissimo, visto che le batterie possono essere usate anche per bici, monopattini e scooter di varie marche.

Il lavoro degli investigatori è partito dopo che i titolari di Cityscoot hanno presentato un esposto in Procura segnalando l'impennata di furti subita, causa di un drastico calo dei noleggi e di un danno d'immagine (perché i clienti che li affittavano spesso li trovavano non funzionanti). 700 in totale i colpi di cui sarebbero responsabili gli indagati, avvenuti tra il 2019 e il 2021. La Squadra mobile di Milano - con il supporto dei commissariati Greco Turro e Sempione, delle Squadre mobili di Benevento, Foggia, Livorno, Rovigo e del Reparto prevenzione crimine Lombardia - ha perquisito le abitazioni degli arrestati e di altre 7 persone indagate.

I primi 20 furti erano stati registrati all'inizio del 2019; nel 2020 erano diventati oltre 300; e nel biennio 2020-21, 600. Le zone che ne hanno registrato un alto numero sono Niguarda, viale Monza, Fulvio Testi, Baggio, Forze Armate e viale Sarca, dove alcuni dei ladri abitano. Qui i colpi sono stati particolarmenti frequenti nel periodo del lockdown, quando i motorini erano fermi e dopo aver sottratto le batterie i rei potevano tornare subito a casa. Il costo di ogni batteria si aggira intorno ai mille euro: l'azienda di sharing aveva quindi registrato un danno pari a 600mila euro.

Per risalire agli autori dei furti - che avvenivano in appena 20 secondi - i poliziotti hanno prima cercato di geolocalizzarli nelle diverse città, per poi concentrarsi su alcune aree dove hanno visionato le immagini delle telecamere di videosorveglianza e fatto servizi di osservazione. Da qui sono stati individuati i primi sospettati e il passo successivo è stato risalire all'intera associazione. 

Il gruppo aveva una struttura articolata con ruoli precisi: alcuni dei membri rubavano materialmente le batterie, altri le stoccavano, altri ancora si occupano di spedirle e, infine, c'erano i ricettatori finali, titolari di piccoli negozi che rigeneravano batterie e le vendevano come nuove. Tra questi ultimi, che spesso contattavano direttamente i ladri, due sono di Milano e gli altri di Cerignola, Benevento e Rovigo. Le batterie venivano vendute ai ricettatori a 100 euro; mentre gli autori materiali del furto prendevano 20/30 euro a colpo.

Dell'organizzazione facevano parte anche due donne, entrambe finite agli arresti (insieme al fratello di una delle due, un 21enne); i capi, invece, erano un 32enne e un 34enne con precedenti per reati contro il patrimonio e per droga. Nel corso delle indagini alcuni dei componenti della banda erano stati arrestati in flagranza; questo però non aveva fatto cessare i furti. Durante le perquisizioni domiciliari sono state anche recuperate alcune batterie.



 

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