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Cronaca

I ladri, i "riciclatori" e il broker finanziario per i furti in casa: presa la "banda dei lingotti d'oro"

Quindici persone arrestate per una serie di furti. I bottini trasformati in lingotti d'oro

C'era chi si occupava materialmente dei furti, chi aveva il compito di curare la prima fase di "gestione" del bottino e chi - in ultima battuta - era specializzato nel rimettere quello stesso bottino, anche se in forma diversa, sul mercato. Quindici persone - 7 albanesi, 2 egiziani e 6 italiani - sono stati arrestati martedì mattina dai carabinieri di Sesto San Giovanni in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip della procura di Monza perché ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di furti in abitazione, ricettazione e riciclaggio di monili preziosi e orologi. 

Gli arrestati, 10 in carcere e 5 ai domiciliari, sono tutti considerati parte di una banda specializzata in furti in casa e sono stati colpiti anche da un sequestro di beni per un valore superiore ai 315mila euro. 

Il lavoro dei carabinieri, guidati dal maggiore Saverio Sica, è iniziato a maggio 2018 e ha permesso di arrivare a Paderno Dugnano, dove c'erano due basi operative con a capo due cittadini albanesi dediti al riciclaggio dei gioielli rubati nelle case. Tra Milano e Monza, invece, i militari hanno rintracciato i gruppi che entravano in azione: tutti albanesi che pianificavano ed eseguivano i blitz nelle abitazioni di tutto il Nord Italia. 

Tra Milano e Savona gli investigatori hanno individuato due compro oro e un negozio di bigiotteria che lavoravano l'oro fondendolo e spedendolo poi ai banchi metallo per trasformarlo in lingotti da vendere. In manette è finito anche un "wealth manager", un gestore del patrimonio che lavora - scrivono i carabinieri - "per una importante holding finanziaria", anche lui implicato nel giro di lingotti. 

Durante l'indagine, coordinata dal pm Michele Trianni, i militari hanno identificato 72 persone - tra cui 27 arrestate in flagranza - e hanno sequestrato numerose auto nascoste in box in giro per la Lombardia, che servivano proprio per commettere i furti. I carabinieri hanno anche accertato che la banda spesso usava autisti di bus per portare i soldi dall'Italia all'Albania. 
 

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