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Cronaca

Da Milano a Torino per svaligiare la villa di Agnelli: presi prima che fuggissero in Kosovo

In manette sono finiti tre kosovari, tutti residenti tra Milano e Cinisello. Il colpo nella villa di Allegra Agnelli era avvenuto a Pasqua. Sono accusati di altri nove furti in case lussuose

Al termine di ogni furto gettavano le sim che avevano usato per coordinarsi tra loro. Per arrivare sul luogo del colpo, invece, sceglievano auto intestate a cittadini stranieri e - almeno ne erano convinti - non rintracciabili. Peccato per loro, però, che in un caso uno dei tre abbia acceso il cellulare pochi minuti prima di entrare nella casa da svaligiare. E, soprattutto, che in tutte le “trasferte” decidevano di non pagare l’autostrada. 

VIDEO | Così la banda ha svaligiato la casa di Agnelli

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Hanno pagato a caro prezzo le loro leggerezze, i tre kosovari della “banda dei golf club”, il “clan” responsabile di almeno nove colpi in altrettanti prestigiosi appartamenti situati nei pressi dei campi da golf di Torino. 

L’ultima in ordine di tempo a finire nel mirino della banda - bloccata tra Milano e Desenzano del Garda - è stata Allegra Agnelli, moglie di Umberto e madre di Andrea, il presidente della Juve. I tre arrestati -  un cinquantenne residente a Milano, un quarantottenne e un quarantunenne entrambi residenti a Cinisello - erano entrati nella villa della famiglia Agnelli la notte di Pasqua e, riuscendo a non far scattare l’allarme né ad allertare i cani, erano stati capaci di andare via con un bottino di diverse migliaia di euro

Non solo Allegra Angelli, però. Perché nel mirino dei tre, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, sono finite almeno altre otto abitazioni, tutte colpite con lo stesso modus operandi: la banda lasciava la propria auto in un parcheggio nei pressi dello svincolo autostradale di Milano Ghisolfa, metteva a segno il colpo e tornava. 

Il primo ad essere fermato è stato il quarantunenne, che è stato trovato ancora in possesso di parte del bottino: alcune monete d’oro e banconote da cinquecento euro nascoste in auto, orologi e altri preziosi conservati nel cassonetto della tapparella di casa sua. Gli altri due, invece, sono stati fermati poco dopo e arrestati. 

I tre, tutti di bella presenza e ben vestiti, sono in Italia da oltre venti anni e con i soldi guadagnati con i colpi avevano comprato una casa in Kosovo. Proprio lì, secondo quanto appreso dai militari, erano pronti a tornare nel giro di qualche giorno. Ma a rovinare i loro piani ci hanno pensato i carabinieri, che li hanno fermati prima dell’ennesima trasferta. 

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