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La scritta / Quarto Oggiaro / Via Luigi Capuana, 7

"Galesi gay di m.": la scritta omofoba contro l'assessore del Municipio 8

Non è la prima volta che Fabio Galesi viene preso di mira con minacce, ingiurie e aggressioni fisiche. Pelucchi: "Gesti vili, non ci intimoriscono"

"Galesi gay di m.", con un disegno fallico. Questa la scritta apparsa martedì mattina su un muro in piazzetta Capuana, all'esterno del circolo del Partito democratico di Quarto Oggiaro, riferita a Fabio Galesi, assessore alla sicurezza e vicepresidente del Municipio 8 di Milano. "Se qualche sfigatello pensa di intimorirmi o spaventarmi si sta sbagliando di grosso, proseguiamo più convinti di prima", ha scritto lo stesso Galesi su Facebook, dando notizia dell'accaduto.

"Questi gesti vili non ci intimoriscono", il commento di solidarietà da parte di Giulia Pelucchi, anche lei del Pd, presidente del Municipio. E la deputata Silvia Roggiani, che del Pd è anche segretaria metropolitana, ha aggiunto che "Fabio Galesi, oltre a essere uno straordinario assessore con lunga esperienza alle spalle, è una persona determinata, pragmatica e impegnata in difesa della legalità". Roggiani ha parlato di "vergognosa scritta di odio diretta nei suoi confronti".

Le altre minacce a Galesi

Non è la prima volta che Galesi viene preso di mira nel quartiere. Noto per il suo impegno sulle case popolari e per la legalità, poco prima di Natale del 2020 aveva subìto due attacchi in un solo giorno. Prima ignoti avevano vandalizzato un murale appena inaugurato in via Satta scrivendo "Galesi spia amico della polizia"; poi, in serata, erano state gettate uova sul balcone di casa.

La stessa scritta era apparsa, a ottobre del 2015, sotto casa della madre dell'esponente del Pd, all'epoca consigliere di zona. Ad aprile dello stesso anno, su un muro di largo Boccioni, ignoti avevano scritto, con vernice bianca, "Fabio Galesi cadavere". E, a novembre del 2014, Galesi aveva subìto un'aggressione fisica in via Pascarella. In quell'occasione, il politico aveva riconosciuto membri della famiglia di 'Pulce', il ragazzino allora 15enne già con un 'curriculum' criminale, tanto da essere soprannominato 'Vallanzasca junior'.

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