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Cronaca Rho / Viale delle Ferrovie

Muore d'infarto sul Frecciarossa: "Sul treno non c'è il defibrillatore"

Un manager 56enne s'accascia in un vagone, colpito da infarto. Il treno, da Torino a Milano, si ferma per i primi soccorsi solo a Rho. Inutili. Ed è rovente polemica

Doveva andare a Milano con il Frecciarossa che partiva dalla stazione Porta Nuova di Torino alle 16.37 di giovedì scorso. Era in ritardo, per questo stava correndo nella stazione: doveva raggiungere quel treno che di lì a poco avrebbe iniziato al sua corsa sui binari. Una volta varcate le porte del convoglio esso inizia a muoversi. Giorgio Masini, 56enne collaboratore della Ifi, va alla toilette a rinfrescarsi, ma appena esce si accascia sulla sua valigia.

Un infarto. Accorrono diversi passeggeri, tra cui qualche medico. A bordo del convoglio si cerca un defibrillatore. Niente, non c'è: non è previsto dalle normative. Il capotreno viene avvertito alle 17.03 e decide di fermare il treno alla stazione di Rho Fiera. 

Mentre il Frecciarossa stava arrivando alla stazione ferroviaria del polo fieristico sono stati allertati i soccorsi. All'arrivo del convoglio un'ambulanza era fuori dalla stazione, pronta a portare Masini verso l'ospedale. Ma purtroppo non c'è stato nulla da fare. Il 56enne è stato dichiarato ufficialmente morto mentre i medici correvano con l'ambulanza verso l'ospedale di Rho. 

"È da ritenere uno 'scandalo all'italiana' che su nessun treno, neanche quelli con dotazioni tecnologiche d'avanguardia e di lusso, vi sia a bordo una vera cassetta di pronto soccorso, un defibrillatore, farmaci salvavita", scrive "Ancora in marcia",  rivista dei macchinisti italiani. 

Secondo Trenitalia non si poteva fare diversamente. Per l'azienda è stata praticata "la soluzione più tempestiva, perché, se il treno avesse deviato per raggiungere la linea storica e fermarsi a Novara, avrebbe impiegato più tempo e il risultato sarebbe stato ancora peggiore". 

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