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Cronaca Stazione Centrale / Piazza Duca D'Aosta

Milanese in vacanza salva 50 migranti: “Schiaffo a indifferenza”

La donna, giornalista e volontaria, era in barca nell'isoletta di Pserimos quando ha sentito urla disperate provenire dal mare. Lei stessa si è prodigata per portare tutti in salvo, compresi undici bambini. Il racconto

Il mare che sbatte calmo contro lo scafo della barca. Le onde che si infrangono leggere, silenziose, quasi come a non voler disturbare la calma della notte greca. Una calma che in un attimo, in un istante, si trasforma in un vero inferno. Urla, braccia che si agitano nel buio, lamenti di bambini. Una carovana, l’ennesima, di “disperati” che lotta contro l’acqua. Contro la morte. 

Difficilmente dimenticherà la notte dell’otto agosto Carlotta Dazzi, giornalista milanese che della solidarietà e dell’aiuto ai più sfortunati ne ha fatto una scelta di vita. Lei, volontaria con i profughi nel mezzanino della stazione centrale, alle quattro di mattina di sabato ha portato in salvo quasi cinquanta migranti, tra cui undici bambini, che erano alla deriva vicino all’isoletta greca di Pserimos. 

La donna, in vacanza in barca con la famiglia, non ci ha pensato due volte. E’ scesa in acqua con un gommone a remi, li ha tranquillizzati, ha parlato con loro e li ha scortati fino alla spiaggia. Ha spiegato loro dov'erano perché pensavano di essere nella vicina Kos e gli ha dato qualcosa da bere e da mangiare: praticamente, quello che fa tutti i giorni in Centrale. 

Milanese in vacanza in Grecia salva 50 immigrati - Le foto

E' stata lei stessa, poi, a raccontare il salvataggio sul proprio profilo Facebook, raccontando di donne, bambini e uomini "sbattuti sugli scogli nel cuore della notte davanti alla nostra barchetta su un gommone stramarcio. Urla, pianti, paura che si palpava nell'aria e alla cieca". 

”Pensavano di essere a Kos - scrive Carlotta - e si stavano arrampicando impauriti su una montagna di pietre altissima. Dopo un po' di richiami a suon di 'yalla yalla e siamo italiani fidatevi’, siamo riusciti a farli scendere e a portare tutti in salvo sulla spiaggia per poi scortarli a piedi in paese e aiutarli a orientarsi, tirare il fiato, asciugare i bimbi e parlare col capitano del ferry che questo pomeriggio alle 17 li porterà a Kalimnos. Speriamo - è l’auspicio della milanese - che sia l'inizio di una vita migliore. Non riesco a pensare ad altro che a loro. E a sentirmi sempre troppo impotente di fronte alla tragedia dei profughi".

Impotente, però, lei non lo è stata. E non si è girata dall’altra parte. "Tutte le isole da mesi sono in emergenza, come il Sud Italia e nessuno fa niente. Ogni giorno arriva un migliaio di profughi - scrive -, che spendono 1.300, più o meno quanto costa una vacanza in Grecia. Lo fanno dopo aver passato a volte più di un anno in campi profughi, veri campi di concentramento e l'Europa non fa niente".

"Stare qua in vacanza non ha senso - ammette amara - Quello che ho visto e continuo a vedere è la dignità e il cuore di un popolo che dà uno schiaffo morale all'indifferenza della quasi totalità del mondo”. 

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